La fecondazione eterologa artificiale non può essere a pagamento. Lo dichiara il Consiglio di Stato, il quale ha sospeso la delibera della Regione Lombardia. Qui, infatti, era previsto un pagamento per quanti volevano ricorrere a questo tipo di fecondazione assistita, creando di fatto una disparità con l'altra tecnica, quella della fecondazione omologa, sostenuta economicamente dallo Stato.

Il ricorso era stato avanzato dall'associazione Sos Infertilità, che sosteneva non ci potesse "essere disparità di trattamento tra chi deve ricorrere alla fecondazione eterologa e chi invece all'omologa".

I costi? Si parla di cifre comprese tra i 1.500 e i 4.000 euro a coppia.

Si preannuncia una vera e propria sfida. Il problema, infatti, ora è quello di capire chi dovrà essere a farsi carico dei fondi necessari. Dopo la Lombardia, anche alle altre regioni si troveranno a dover fronteggiare lo stesso punto interrogativo. Finora, però, va precisato che solo la regione lombarda prevede il pagamento totale per il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita eterologa, ovvero quella che si avvale dell'uso di materiale genetico esterno alla coppia, come seme maschile e ovuli femminili.

Pieno diritto, dunque, anche per le coppie sterili di usufruire di tale tecnica. Occorrerà però attendere la giornata di domani per sapere se si deciderà di cassare o meno le norme della legge 40, nella quale si vieta l'accesso ad entrambe le tecniche alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche.

Solo in un secondo momento, la Consulta potrebbe pronunciarsi riguardo il divieto di ricerca sulle cellule staminali embrionali.

In particolare, il Consiglio di Stato ha trovato illegittimo il provvedimento amministrativo lombardo che prevedeva il pagamento di un ticket per accedere alla fecondazione assistita. La citata legge 40, da lungo tempo, aveva discriminato le coppie proprio riguardo l'accesso alle tecniche.

Le nuove linee guida ministeriali, quindi, prevedono l'intera gratuità di accesso alla donazione dei gameti e la possibilità di effettuare il cosiddetto egg sharing, ossia la donazione degli ovociti non utilizzati da parte della donna che si sottopone a fecondazione omologa. "Una grande soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato che ha recepito integralmente la richiesta di Sos Infertilità, dichiara l'avvocato legale dell'associazione Cinzia Ammirati.

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