Continua in Corea del Sud l'epidemia di Mers, la Sindrome Respiratoria del Medio Oriente, che ha fatto, finora 23 vittime. Nelle ultime ore, altri tre pazienti si sono aggiunti alla lista dei decessi, nonostante che le autorità sud coreane avessero affermato di avere la situazione sotto controllo. Eventi, questi, che hanno convinto l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a lanciare l'allarme per i rischi di contagio.

Il virus Mers: l'epidemia in Corea del Sud e il primo decesso in Europa.

L'epidemia di Mers in Corea del Sud, secondo l'Oms, è 'una sveglia', perché così come è arrivato in Corea del Sud, dal Medio Oriente, il virus Mers può arrivare in qualsiasi parte del mondo.

La dimostrazione viene dalla notizia del primo decesso in Europa, un cittadino tedesco di 65 anni che aveva contratto il virus durante un viaggio negli Emirati Arabi morto lo scorso 6 giugno.

La situazione dell'epidemia Mers in Corea del Sud, intanto, riferisce, oltre ai 23 decessi, di 165 persone infettate, di altre 5.500 messe in quarantena e 365 scuole chiuse per evitare rischi di contagio. In tutto il paese 2 dei 3 ospedali dedicati al trattamento dei pazienti contagiati sono letteralmente sigillati, con pazienti e personale sanitario chiuso all'interno, senza possibilità di contatti con l'esterno.

Cos'è il virus Mers: sintomi e contagio.

Quello della Mers, è un virus molto aggressivo, mortale nel 50 per cento dei casi, identificato per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012.

Da allora, sono stati individuati 1.200 pazienti infettati, 500 dei quali sono morti.

Per quanto riguarda i sintomi mostrati dai pazienti contagiati con il virus Mers, il cui periodo di incubazione è di 12 giorni, sono simili a quelli della Sars: febbre, brividi, insufficienza renale ed una insufficienza respiratoria acuta fino a richiedere l'impiego di ventilazione meccanica.

Il contagio avviene per via aerea, rendendo il virus Mers estremamente pericoloso e difficile da controllare.

Al momento, non esiste un vaccino, con ricerche che sono indirizzate all'utilizzo di plasma con anticorpi sviluppati dalle persone infette, così come è stato per Ebola.