Anche se si moltiplicano di giorno in giorno le campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione di gravi patologie, le raccomandazioni degli esperti sui media e i siti internet che inneggiano alla tutela della Salute dispensando notizie e avvertimenti, una grossa fetta della popolazione italiana rinuncia a curarsi nonostante sia affetta da patologie più o meno gravi.

L'allarme è stato lanciato dall'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, secondo la quale l'italiano medio è un malato che ha rinunciato a curarsi. Secondo una recente statistica diffusa dall'Agenzia, l'86% di chi soffre di patologie respiratorie come l'asma, il 61% di coloro che soffrono di depressione e anche la rilevante cifra del 38% dei diabetici non segue alla lettera le raccomandazioni del proprio medico.

Il motivo di tale comportamento risiederebbe nell'eccessiva spesa che comporta l'acquisto di farmaci specifici, anche al cospetto di situazioni occupazionali sempre più precarie e mal retribuite. Da una parte ci sono milioni di persone che acquistano farmaci in eccesso, dall'altra tante persone affette da patologie che si trascurano, rischiando di aggravare le proprie condizioni di salute.

Il paradosso di chi si cura troppo, e di chi si trascura

Le prime sono ammaliate dal consumismo moderno che spinge gli individui ad entrare in possesso di farmaci, di integratori e altri prodotti farmaceutici spesso inutili, mentre le seconde ritengono di essere erroneamente guarite, o non riescono a stare dietro le cure, oppure ne temono gli effetti collaterali.

Secondo l'ultimo rapporto Osmed sul consumo farmaceutico in Italia che è stato approntato dall'Aifa: 'l'efficacia delle terapie è correlata al rispetto delle indicazioni in fatto di dosaggio, di frequenza e della durata del trattamento'.

In Italia molti di questi fattori vengono trascurati, se non proprio disattesi in modo totale, con la conseguenza che molte terapie vengono erroneamente interrotte, o applicate in un modo arbitrario e quindi prive di efficacia sulla cura della patologia.