Cosa fare se si soffre di colesterolo alto? Innanzitutto, bisogna chiarire cosa si intende per colesterolo alto e quali sono i fattori principali che determinano questo disturbo metabolico. Si è soliti fare una distinzione all’interno di quello che viene definito ‘colesterolo totale’ tra il cosiddetto LDL, che sarebbe il colesterolo ‘cattivo’, quello per intenderci che eleva di molto la percentuale di rischio di malattie cardiovascolari, e il colesterolo HDL, che sarebbe il colesterolo ‘buono’, e che si è sempre ritenuto che potesse essere un baluardo contro l’LDL, abbassando i rischi coronarici e cardiovascolari.

Due studi recenti, però, stanno mettendo in discussione questa distinzione: i valori troppo alti del colesterolo buono non farebbero bene all’organismo con la conseguente morale della favola che, per sentirsi bene, occorre portare avanti una dieta e uno stile di vita che mantenga tutti i valori nei giusti termini.

Due studi recenti sul colesterolo alto HDL e LDL

Si tratta di due studi autorevoli quelli che potrebbero cambiare la nostra percezione del problema del colesterolo alto. Il primo è stato reso noto nel mese di marzo 2016: la ricerca, pubblicata sull’autorevole rivista Science e che vede un italiano come primo firmatario, è dovuta alla University of Pennsylvania e spiega come, su base statistica, non è detto che un valore troppo alto di colesterolo HDL possa prevenire l’insorgere di malattie cardiovascolari – il ‘colpevole’ potrebbe essere il gene Scarb1, quello che codifica il meccanismo attraverso il quale l’HDL aiuta il fegato a espellere l’LDL.

Unsecondo studio, invece, si deve interamente all’Università dell’Insubria: in questo caso si sarebbe aperta la strada a nuove ricerche volte a comprendere il ruolo di alcuni recettori e soprattutto il fatto che, sussistendo una patologia metabolica, il colesterolo ‘buono’, di fatto, non è utile per la metabolizzazione del colesterolo ‘cattivo’.

Come già accennato, la morale vera della favola è che, come sempre in medicina, l’importante è la prevenzione: come mantenere dunque il colesterolo basso al di là dell’utilizzazione delle medicine.

L’ipercolesterolemia infatti aumenta il rischio di coronaropatie. Non solo. Circa un terzo delle malattie cardiache ischemiche che colpiscono la popolazione mondiale è attribuibile al colesterolo alto. Secondo le stime sarebbero ben 2,6 milioni i decessi causati ogni anno dall’eccesso di colesterolo, pari al 4,5% del totale dei decessi. A destare particolare preoccupazione sono le cosiddette LDL (Low Density Lipoproteins), cioè il colesterolo cattivo che, depositandosi nella parete delle arterie, favorisce l’aterosclerosi, cioè la formazione di placche che la ispessiscono, la induriscono e ostacolano la circolazione del sangue. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

La 'dieta' per abbassare il colesterolo alto

Dieta’ è una parola che deriva dal greco antico e, in origine, stava a indicare il complesso di norme comportamentali (non soltanto, dunque, alimentari) per mantenere l’organismo in forma e condurre una vita sana ed equilibrata (secondo il principio aristotelico del ‘giusto mezzo’ tra gli eccessi).

Al di là degli studi appena citati, occorre mettere in campo una dieta (in senso greco) per abbassare i valori di colesterolo alto:

  • innanzitutto, fondamentale è lo stile di vita: occorre lasciare l’automobile in garage e andare a lavoro a piedi o in bicicletta, fare le scale a piedi (niente più ascensore) e praticare attività fisica circa 3 volte al giorno – consigliate sono le attività di intensità moderata ma di lunga durata come il camminare, il ciclismo, il nuoto o la ginnastica aerobica
  • dal punto di vista alimentare, occorre evitare i grassi animali (lardo, burro, panna, etc.), le frattaglie, gli insaccati e le carni rosse e grasse, latte, latticini e formaggi (prevalentemente quelli ad alto contenuto di grassi saturi), maionese e alcolici; sono consentiti con moderazione, invece, i molluschi e i crostacei, le uova (non più di due a settimana), il vino; infine, sono alimenti consigliati il pane e la pasta integrali, i legumi, il pesce azzurro, il pollame senza la pelle, affettati magri ma non più di due volte a settimana, latte e yogurt scremati, formaggi magri (non più di due volte a settimana), verdura e frutta a volontà

Il consiglio resta quello della prevenzione: non bisogna attendere che il colesterolo salga oltre la soglia di sostenibilità metabolica.