Parlare ad agosto di influenza è come discutere dell’albero di Natale! Eppure, in entrambi i casi, per non arrivare impreparati bisogna organizzarsi in anticipo. Questi giorni, la Direzione Generale della prevenzione del Ministero della Salute ha emanato una circolare contenente le raccomandazioni per una gestione ottimale della prossima epidemia influenzale. Ci sono informazioni sulla sorveglianza epidemiologica e virologica, e sulle buone pratiche da seguire per una prevenzione efficace, come l’igiene, la protezione individuale e la vaccinazione.

E i ceppi virali attesi, leggermente differenti da quelli dello scorso anno.

Quale epidemia influenzale il prossimo inverno?

L’influenza è una epidemia che ogni anno si presenta e caratterizza la stagione invernale. Questa ciclicità è dovuta al fatto che eventuali vaccinazioni o l’aver avuto in precedenza la malattia, non proteggono (immunizzano) il nostro organismo nel tempo. E questa è la cosa negativa. L’aspetto positivo è che ogni anno sappiamo, con mesi di anticipo, che tipo di ceppi virali arriveranno e quindi le aziende fanno in tempo a preparare i vaccini da mettere a disposizione dei cittadini interessati alla vaccinazione.

E’ una epidemia che non deve allarmare ma non deve essere neanche sottovalutata.

Lo scorso anno (2015-2016) l’epidemia, durata 12 settimane, ha avuto una bassa incidenza arrivando a 82 casi ogni 1.000 abitanti. Su una popolazione come quella italiana, questo vuol dire quasi mezzo milione di persone contagiate. Di questi, i casi gravi sono stati 89 (età media 57 anni) e i decessi, dovuti proprio alle complicanze da influenza, 32 (età media 59 anni).

Grave ma decisamente meglio rispetto all’anno precedente dove questi numeri andavano moltiplicati per cinque.Da notare che sia per i casi gravi che per i decessi, solo il 9% dei soggetti coinvolti era vaccinato.

Ogni anno l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) indica la composizione del vaccino antinfluenzale da consigliare, basandosi su dati raccolti dalla Global Influenza Surveillance Network, che segnala i ceppi di virus circolanti.

Per la stagione 2016/2017, il vaccino antinfluenzale conterrà tre antigeni:1) antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1); 2) antigene analogo al ceppo A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2); 3) antigene analogo al ceppo B/Brisbane/60/2008.Come si intuisce da queste sigle, parliamo di antigeni già noti da alcuni anni. Il prossimo vaccino conterrà due nuove varianti antigeniche, il sottotipo H3N2 (A/Hong Kong) ed una variante del tipo B (B/Brisbane), che andranno a sostituire rispettivamente il ceppo A/Switzerland e il ceppo B/Phuket, presenti nel vaccino della stagione precedente.

Prevenzione: la vaccinazione è l’arma migliore

Secondo l’OMS e il PNPV (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale), una buona copertura vaccinale antinfluenzale deve avere come obiettivo minimo il 75% e come obiettivo ottimale il 95% dei soggetti ultra65enni e dei gruppi a rischio.Le campagne vaccinali contro l’influenza hanno una duplice finalità, ridurre i rischi individuali di malattia, ospedalizzazione e morte, e ridurre i costi sociali connessi alla morbosità e mortalità.I vaccini antinfluenzali disponibili nel nostro Paese sono il trivalente, contenenti 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B e il quadrivalente, contenente 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B.

Quest’anno la campagna vaccinale inizierà a metà ottobre e terminerà a fine dicembre. E’ bene ricordare che la protezione del vaccino inizia dopo due settimane dalla vaccinazione e copre un periodo di sei-otto mesi.Sono interessati gli ultra65enni, i soggetti con specifiche patologie in cui l’influenza può rappresentare una complicanza da evitare, le mamme nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e coloro che per motivi professionali sono particolarmente esposti al contagio. Nessuna indicazione è stata ancora data per i bambini a cui si demanda alle decisioni dei genitori e del pediatra.