Oggi si parla di alzheimer in tutto il mondo, lo si fa anche in Italia con molte iniziative, ma la realtà di questa terribile malattia degenerativa nel nostro Paese è drammatica, poiché il carico fisico e psichico che la cura di un malato comporta è totalmente affidato alla buona volontà delle famiglie.
I parenti dei malati sono abbandonati a se stessi, manca personale specializzato, manca l'assistenza domiciliare, manca un pronto intervento Alzheimer che possa far fronte alle mille prove che ogni giorno la famiglia è chiamata ad affrontare (allucinazioni, insonnia, fuga, difficoltà ad ingerire, incontinenza, difficoltà di parola, inappetenza cronica ecc.), per non parlare poi delle strutture che spesso sono veri e propri lager.
Una realtà drammatica
Eppure questo morbo è in forte espansione in tutto il mondo e naturalmente anche in Italia: attualmente i nostri malati sono 1 milione e 200 mila, si prevede che nei prossimi 20 anni una famiglia italiana su 4 avrà un familiare malato di Alzheimer. I costi della malattia sono enormi: un malato costa circa 22mila euro/anno per ogni famiglia e spesso i malati non vengono nemmeno riconosciuti come inabili totali e quindi non hanno nemmeno diritto all'indennità di accompagnamento; nel 50% dei casi, un familiare è costretto a lasciare il lavoro per poter assistere l'ammalato.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha definito questa malattia come l'emergenza socio-sanitaria del XXI secolo, ma non sembra che l'Italia voglia fare la stessa cosa. Nel 2030 il numero di persone affette da morbo di Alzheimer supererà il milione e 600 mila, fino a passare i 2 milioni nel 2050.
La stragrande maggioranza dei malati di Alzheimer italiani hanno superato i 65 anni, anche se recentemente si è riscontrato che i casi di Alzheimer precoce su persone di appena 50 anni sono in aumento.
L'aiuto dei social
L'appello di molte famiglie di malati di Alzheimer viene rinnovato quotidianamente sui social attraverso gruppi molto attivi che offrono soccorso tra familiari, si scambiano opinioni, si chiedono consigli e si asciugano anche le lacrime, due gruppi sono particolarmente attivi su Facebook: "Alzheimer, chi dice che non si può fare nulla" e "Gruppo Alzheimer Tolentino". I familiari aderenti a questi gruppi in rappresentanza di tutte le famiglie italiane coinvolte nelle demenze, chiedono l'impegno dello Stato per una assistenza alle famiglie con personale qualificato e il riconoscimento del Morbo di Alzheimer come malattia e non come una degenerazione della vecchiaia.