Un quantitativo eccessivo di energy drink bevuti in un tempo ristretto può nuocere gravemente al fegato. Questo è quanto affermato dagli esperti dell’università della Florida che hanno pubblicato sulla rivista «Bmj Case Reports» il caso di un uomo ricoverato per un’epatite acuta in seguito al consumo di 4-5 lattine al giorno per tre settimane.
Il caso del muratore della Florida
L’uomo è un muratore americano che ha erroneamente creduto che la bevanda energizzante gli avrebbe dato quell’energia in più per affrontare meglio il lavoro. In effetti il nome dovrebbe portare a pensare che questi drink diano una marcia in più a chi li assume, per gli ingredienti contenuti come, ad esempio, la caffeina, la taurina, gli zuccheri e molto altro.
Il pericolo, spesso taciuto dalle aziende venditrici, è quello dell’elevata dipendenza che si creerebbe se una persona prendesse l’abitudine di consumare queste bevande continuamente nel tempo. A lungo andare, invece di ‘sentirsi più energetici’, si finisce in ospedale.
Il parare degli esperti
Secondo i medici, infatti, la soglia massima di consumo è di 20 grammi al giorno superati i quali il corpo produce in eccesso la blirubina, sostanza che in breve tempo può portare a una condizione di itterizia o epatite con conseguenti danni piuttosto ingenti al fegato. Questa produzione eccessiva è dovuta alla presenza, negli energy drink, della niacina che risulta fortemente tossica nel caso di ingestione continuata e prolungata e che costringerebbe il fegato ‘agli straordinari’, indebolendone le funzioni fino ad arrivare anche ad un blocco totale.
Lo studio degli esperti ci spiega anche che la metà dei problemi di cedimento del fegato è dovuto ai surrogati delle diete naturali che suggeriscono l’uso di integratori piuttosto che del cibo sano come frutta, verdura eccetera. Il Parlamento Europeo, comunque, è già intervenuto ponendo un veto sulle etichette delle confezioni degli energy drink, che esaltano le proprietà delle sostanze che creano dipendenza come la caffeina o lo zucchero.