Una bambina di 9 anni di origine sudafricana, che aveva contratto il virus dell'AIDS alla nascita dalla madre sieropositiva, è stata sottoposta, nell'ambito di uno studio quinquennale sui bambini sieropositivi, ad un trattamento precoce con specifici farmaci antiretrovirali, utilizzati convenzionalmente nella terapia dell'HIV, durante tutto il suo primo anno di vita, e per i successivi 8 anni non ne ha avuto più alcuna necessità. Attualmente, secondo i sanitari che l'hanno in cura, e che non hanno voluto rivelare il suo nome, la bambina si trova in una fase di remissione della malattia di lungo periodo, e finora il virus non si sarebbe ripresentato.

Infatti la piccola paziente non ha accusato alcun sintomo caratteristico del terribile male.

L'eccezionale annuncio è stato fatto nel corso della Ias conference on Hiv science 2017, che si sta tenendo a Parigi e che durerà fino al 26 luglio. La bambina sudafricana fa parte di una ricerca quinquennale denominata Cher, acronimo inglese che sta per "Children with Hiv early antiretroviral therapy".

L'opinione del Professor Fernando Aiuti

Fernando Aiuti, professore Emerito di Immunologia clinica e malattie infettive presso l'Università La Sapienza di Roma, intervistato dal "Fatto Quotidiano", ha spiegato che non si tratta del primo caso di remissione dell'Hiv in un bambino, e che finora si sono verificate almeno altre due situazioni simili nel mondo.

Tuttavia è ancora troppo presto per poter affermare di avere scoperto una terapia definitiva per combattere l'Aids. L'esperto, infatti, ha ricordato che il virus dell'Hiv è particolarmente subdolo, poiché tende a rimanere quiescente in determinati tessuti dell'organismo, come il fegato, l'intestino o addirittura il sistema nervoso.

È quanto accaduto ad una piccola paziente americana dello Stato del Mississippi che, sottoposta ad un trattamento retrovirale per 18 mesi, non ha presentato recidive per altri 27 mesi, ma alla fine il virus ha fatto la sua ricomparsa.

L'opinione del team di studiosi che ha seguito la bimba sudafricana

Secondo la dottoressa Avy Violari, che fa parte del team di studiosi che ha seguito la bambina sudafricana, siamo di fronte ad un caso veramente raro.

Infatti - come evidenziato dal professor Aiuti - i ricercatori sono convinti che questo lungo periodo di remissione della malattia non sia dovuto esclusivamente alla terapia antiretrovirale precoce. Ammettendo francamente di non conoscere il motivo di questo fenomeno, ipotizzano che le cause possano essere sia di origine genetica, sia legate al sistema immunitario della bambina.

Ad ogni modo, qualora si riuscisse a comprendere pienamente come i bambini siano in grado di contrastare così efficacemente la malattia, si potrebbe finalmente percorrere la via maestra per giungere, quanto prima, ad una cura per l'Aids, e forse ad un vero e proprio vaccino.