La morte può cogliere all'improvviso, come nel caso di un infarto fulminante o di un incidente stradale, ma ci sono malattie che portano le persone a spegnersi lentamente, spesso tra grandi sofferenze. Ed in questi casi i pazienti sono coscienti che la loro vita sta volgendo al termine. Cosa provano queste persone? Quali sono le loro paure, rimpianti e rimorsi, i loro desideri? Lo rivelano alcune infermiere inglesi del Royal Stoke University Hospital, a Stoke-on-Trent, addette alle cure palliative, usate quando per un paziente non c'è più niente da fare.

Gli ultimi desideri prima di passare a 'miglior vita'

Alcune persone chiedono di poter abbracciare per l'ultima volta il proprio cane o il proprio gatto, mentre altri chiedono di poter bere per l'ultima volta una tazza di tè. Angela Beeson racconta il commuovente caso di una coppia che prima di morire a 10 giorni di distanza l'uno dal'altra chiesero che i loro letti fossero avvicinati per consentire loro di tenersi per mano e cantare insieme una canzone. Alcuni malati terminali invece riflettono su quanto la vita sia troppo breve e si rammaricano di aver trascorso da malati la tanto sudata pensione. Probabilmente in gioventù speravano di potersi godere il tempo libero, rilassarsi e magari viaggiare, ma giunti all'età pensionabile hanno dovuto fare i conti con i problemi di salute.

La psicologia dei malati terminali

Alcune ricerche svolte in passato dall'University of North Carolina hanno evidenziato come i malati terminali, così come i condannati a morte, siano in realtà più positivi di quanto si possa immaginare. Molti di loro si stringono intorno ai parenti e alla religione per alleviare l'angoscia della consapevolezza di essere vicini alla morte.

Alcuni pazienti giunti sul letto di morte si fanno prendere dai rimpianti. Dani Jervis racconta che un paziente ha invitato gli infermieri a fare ciò che vogliono e che li rende felici, in quanto la vita è troppo breve.

Kurt Grey, uno dei principali autori della sopra citata ricerca in merito ai malati terminali dell'Università della North Carolina parla dei racconti affidati ai blog da pazienti in fin di vita, ed evidenzia come avvicinandosi al momento della morte aumentano le frasi positive.

"Pensando alle nostre emozioni mentre ci avviciniamo alla fine pensiamo principalmente alla tristezza e alla paura. Ma in realtà si è scoperto che quel momento è meno triste e più felice di quanto si possa immaginare. Nel nostro immaginario la morte è qualcosa di solitario e privo di senso, ma gli sfoghi dei pazienti terminali e anche dei condannati a morte sono densi di amore e di significato", racconta. Le infermiere del Macmillan invitano le persone a non temere la morte, e riferiscono che alcuni malati terminali riferiscono di intravedere il paradiso e lo descrivono come qualcosa di bellissimo. Per avere per quanto possibile una "buona morte" oltre al non provare dolore la vicinanza dei parenti è fondamentale, come lo è una buona comunicazione. Parlare apertamente di quel momento e prepararsi prima del tempo alla morte aiuta a renderla meno dolorosa.