La cannabis di Stato prescritta in ricetta dai medici per essere utilizzata per la terapia del dolore sarà da ora in poi a carico del Servizio Sanitario. Sono stati infatti approvati due emendamenti dalla commissione di Bilancio al Senato che prevedono questa possibilità. La norma sulla trasformazione della cannabis a uso medico e terapeutico, quindi, è stata trasforma in legge, andando incontro con un contributo concreto, alle spese di tutti i malati costretti a soffrire per la propria patologia.

La cannabis per uso terapeutico sarà pagata dal SSN: ecco le novità approvate dal Governo

Il lungo e difficile percorso affrontato dai Ministeri della Difesa e della Salute per poter garantire la possibile disponibilità della cannabis per uso terapeutico in Italia sembrerebbe aver raggiunto il suo scopo. Questa alternativa terapeutica, oltre ad essere legale sarà anche contemplata e a carico del Servizio Sanitario Nazionale grazie al finanziamento previsto dal Ministero della Salute di 2,3 milioni di euro che andranno ad incrementare le coltivazioni attualmente autorizzate allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. L’obiettivo, ha sottolineato il ministro della salute Beatrice Lorenzin, è di riuscire a garantire il fabbisogno attualmente richiesto di circa 350 chili, atti a soddisfare le attuali domande dei pazienti che utilizzano terapie a base di cannabis legalmente riconosciute dallo Stato italiano senza dover necessariamente più ricorrere all’importazione.

Rimborsabilità della cannabis terapeutica e impieghi previsti dal Servizio Sanitario Nazionale

II medico potrà prescrivere la cannabis, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, per tutti quei casi contemplati dal ministero della Salute oltre quelli inerenti e previsti per la terapia del dolore. Eventuali prescrizioni che non rientreranno negli elenchi previsti per legge non saranno ovviamente rimborsabili.

Le ricette del medico per la prescrizione della cannabis ad uso terapeutico dovranno ben evidenziare la durata di ogni trattamento che non potrà comunque superare i tre mesi. Sarà previsto un attento monitoraggio delle prescrizioni, da parte delle Regioni e delle autorità preposte mediche, che dovranno fornire dati precisi ed aggiornati all’Istituto superiore della sanità sulle patologie dei trattamenti richiesti oltre che informazioni dettagliate sui pazienti sotto terapia a base di cannabis. Saranno preposti aggiornamenti e campagne divulgative e di informazione per i medici e tutto il personale sanitario per un uso sempre più appropriato dei farmaci a base di cannabis.