Viste le difficoltà nel prenderle, molte persone dividono le pillole così da renderne più facile la deglutizione, ma in realtà questa abitudine piuttosto diffusa nasconde dei rischi ben elevati. A scoprirlo è stata la Sigg, Società italiana di gerontologia e geriatria, la quale ha riscontrato delle alterazioni non indifferenti per quel che concerne l'efficacia del medicinale. Pare, infatti, che spezzare in più parti la pillola o addirittura tritarla, col fine di inserirla negli alimenti, possa andare a modificare l'assunzione del principio attivo, comportando così un dosaggio differente rispetto a quello prescritto dal medico curante.
Il rischio di dividere le pillole
Ingoiare le pillole può essere un'operazione piuttosto ostica per alcune persone e può diventare ben più fastidiosa nel momento in cui queste devono essere assunte quotidianamente. Per questo motivo, si è diffusa l'abitudine di spezzare o tritare il medicinale, rendendone più facile l'assunzione: secondo quanto scoperto dalla Società italiana di gerontologia e geriatria non ci sarebbe nulla di più sbagliato. Dividere le pillole in due o più parti, infatti, comporta una perdita del principio attivo che può arrivare anche al 15%; ciò ovviamente implica un'alterazione del dosaggio previsto dal bugiardino o dal medico. Inoltre, la suddivisione può avvenire in maniera diseguale, il che può aumentare il rischio che si verifichino effetti collaterali.
La proposta della Sigg per le pillole
Dato che l'abitudine di dividere le pillole è piuttosto diffusa specialmente tra gli anziani, il presidente della Sigg Nicola Ferrara ha avanzato la proposta secondo la quale le cause farmaceutiche dovrebbero prestare particolare attenzione anche a questa fascia della popolazione, così come già fa con quella pediatrica.
Le statistiche, infatti, rivelano che quasi il 41% degli anziani spezza il medicinale in due o più sezioni e il 20% lo taglia finemente per poi inglobarlo nel pasto. Persino il taglia-pillole, che potrebbe essere il mezzo attualmente più preciso per effettuare tale operazione, risulterebbe poco efficace, in quanto anch'esso porterebbe ad una perdita del 15%.
Seppur tale percentuale potrebbe essere considerata come relativamente bassa, assume particolare importanza specialmente per farmaci con una finestra terapeutica stretta, ossia per quei medicinali che devono essere assunti in maniera rigorosa altrimenti presentano degli effetti collaterali tossici. Lo stesso discorso va effettuato anche per le capsule rivestite e gastroresistenti, le quali vanno assunte senza essere sezionate.