In alcuni momenti della vita sembra che l’intero universo si sia allineato per farvi del male, per farvi fallire. Iniziate a sospettare di essere vittima di un complotto internazionale? Non disperate state contraendo un virus molto comune la "paranoia".
Origine del termine
Il termine paranoia deriva dal greco, para significa accanto e nous mente, quindi, letteralmente, accanto alla mente. Venne utilizzato per la prima volta da Ippocrate, il medico greco che osservò come alcuni pazienti febbricitanti potevano cadere in preda a deliri. Nel settecento i medici ripresero questo termine per descrivere le allucinazioni delle persone alienate.
Tuttavia, il significato moderno del termine non entrò in uso prima della seconda metà dell’ottocento quando gli psichiatri smisero di considerare la paranoia come una malattia di natura nevrotica e iniziarono a considerarla come un vero e proprio disturbo. Uno dei primi casi in cui venne diagnosticato il disturbo paranoide fu quello del giudice Schreber un uomo convinto che Dio insieme al suo psichiatra stesse cercando di trasformarlo in donna.
La paranoia oggi
Il termine paranoia oggi viene usato frequentemente per descrivere una persona diffidente che crede che gli altri stiano mettendo in atto comportamenti che mirino a danneggiarlo. Ma è vero che ci sono alcune malattie psichiatriche come la demenza e la schizofrenia che presentano la paranoia come sintomo.
Questo è di certo vero, però è anche vero che la paranoia è in netto aumento all’interno della popolazione.
Un motivo di tale aumento potrebbe essere il clima di terrore nel quale siamo inseriti e nel quale viviamo. Lo psicologo Freeman ha condotto uno studio sull’aumento della paranoia nei passeggeri della metropolitana di Londra dopo gli attacchi terroristici del 2005 confermando che la cultura del terrore ha contribuito a creare una nevrosi ingiustificata.
Cosa possiamo fare?
Le fantasie paranoiche non sono del tutto infondate, spesso nascondono il nostro tentativo di gestire una parte della nostra vita che sembra essere insopportabile. Bisogna quindi accogliere i sentimenti paranoici e rielaborarli in modo da riuscire a dare il meglio di noi stessi invece di bloccarci. Garner studiò la paranoia all’interno della demenza confermando che in alcuni casi gli episodi paranoici sono il risultato di un tentativo di utilizzare una qualche esperienza passata per dare un senso al disorientamento causato dalla malattia.