Se qualcuno pensa che i videogames debbano essere solo e sempre visti come un qualcosa di puramente ricreativo, si sbaglia di grosso. Secondo quanto stabilito dall'Organizzazione mondiale della sanità, infatti, la dipendenza da videogiochi rappresenta un vero e proprio disturbo mentale, equiparabile a una patologia, tanto da essere inserito in un elenco costituito da ben 55 mila malattie. Infatti, tale dipendenza porterebbe le persone che ne sono affette a mettere in atto una serie di comportamenti ricorrenti che, col passare del tempo, prendono inevitabilmente il sopravvento su tutti gli altri aspetti della propria vita, che diventano così secondari.

Con i videogame non si scherza

Quello che, fino a qualche tempo fa, sembrava fosse solamente un semplice richiamo dei propri genitori, ora è diventato un vero e proprio campanello d'allarme lanciato dai migliori medici del mondo: con i Videogiochi non si deve scherzare troppo. L'inserimento della dipendenza da videogame nel capitolo riguardante le malattie mentali dell'International Classification of Disease conferma pienamente quanto appena detto. Le nuove console super tecnologiche e i vari caschetti per la realtà virtuale, infatti, sembrano aver trasportato i ragazzi (e non solo) di oggi in un mondo lontano dalla realtà, che appare talvolta decisamente più bello rispetto a quello in cui viviamo, ma che rischia di trasportare il "giocatore" in una situazione totalmente irrealistica.

L'importante è non esagerare

L'allarme lanciato dall'Oms, ha immediatamente provocato la reazione di Thalita Malagò, Direttore Generale dell'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani. L'Associazione, infatti, ha etichettato come eccessiva la presa di posizione dell'Organizzazione mondiale della sanità, affermando come miliardi di persone a livello mondiale utilizzino i videogame in maniera pienamente responsabile.

In aggiunta ha affermato di essere profondamente delusa per l'inserimento della dipendenza da videogiochi nella classificazione internazionale delle patologie mentali, soprattutto a causa del parere contrario di una parte significativa della comunità medica e scientifica, augurandosi che, nel volume del prossimo anno, possa essere esclusa.

Insomma, c'è la sensazione che, come spesso accade in simili vicende, la verità stia nel mezzo. Infatti, nonostante Thalita Malagò debba necessariamente difendere i suoi interessi, è fuori discussione che, in modo analogo a molte altre situazioni della vita, anche per i videogiochi sia davvero importante non esagerare.