Domani ricorre la Giornata Mondiale dell’alimentazione, evento creato dalla Fao nel 1979, ed il titolo dell'edizione di quest'anno è “#famezero entro il 2030”. L'obiettivo dell'evento è sensibilizzare l’opinione pubblica circa la fame nel mondo, problema che interessa più di 800 milioni di persone, di cui la maggior parte vive in zone rurali ed è dedita all'agricoltura, e tra le quali ancora si registra una morte infantile su due a causa della denutrizione. Non solo: nei Paesi in via di sviluppo ci sono circa 66 milioni di bambini in età scolare, di cui 23 milioni solo nel continente africano, che vanno a scuola a stomaco vuoto.

L'obiettivo dell'Onu

La Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, è stata fondata proprio il 16 ottobre del '45 in Canada, e per questo motivo la Giornata Mondiale si celebra nella stessa data. Il tema dell'alimentazione globale è di primaria importanza, tanto da costituire uno dei principali obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile entro il 2030. Per raggiungerlo sono previste cinque tappe strategiche, ovvero rendere sostenibili i sistemi alimentari, dal momento della produzione al consumatore finale, cancellare la povertà rurale, eliminare lo spreco e la perdita di cibo, provvedere a fornire alla popolazione diete salutari e mettere la parola fine alla malnutrizione.

L'Onu sottolinea che siamo ben lontani dal raggiungere i propositi e le promesse di aiuto di chi non è toccato dal problema della fame. Sono circa 800 milioni gli individui che vivono sotto la soglia della povertà e non hanno cibo sufficiente: ciò significa che un nono della popolazione mondiale muore di fame. In Asia il 75% della popolazione non ha abbastanza cibo, ma è in Africa, nella zona Sub-sahariana, che si registra l'incidenza maggiore di denutrizione.

I più colpiti sono i bambini

Le donne hanno accesso ridotto alle risorse alimentari e ciò determina malnutrizione per i più piccoli: tra gli “affamati” si registra la percentuale più alta di decessi, il 45% proprio tra i bambini al di sotto dei cinque anni, che i grandi numeri significa più di 3 milioni di bambini ogni anno.

La scarsa alimentazione non provoca solo malattie e morte, ma frena anche lo sviluppo di un Paese, rallentando il progresso poiché rallenta l'istruzione. Secondo alcuni biologi basterebbe per iniziare una corretta gestione delle risorse, insieme alla promozione di costanti pratiche di buona salute che invitino al rispetto della stagionalità dei prodotti. In questo modo non si impoverirebbe il suolo agricolo che oggi viene sfruttato all'eccesso e si fornirebbe un guadagno all’intero ecosistema.

Partire dal cittadino

In merito a ciò la Farnesina ha presentato già da giorni alcune linee guida per la cittadinanza in cui si incentiva la riduzione degli sprechi alimentari e si spiegano buone pratiche agricole, rispettose dell’ambiente che ci circonda.

Così come spiega anche la Fao, coltivare diversificando i raccolti è una strategia fondamentale per poter sfamare una popolazione costantemente in crescita e che nel 2050 raggiungerà i 9 miliardi di individui. Il cibo più sano è quello che viene preparato rapidamente e semplicemente, con pochi ingredienti e con ricette sostenibili.