Un team dell'Università di Manchester ha fatto una scoperta rivoluzionaria sul cervello umano. Avrebbe infatti notato che alcune parti del cervello, e in particolare quella detta "cervelletto", sembrano essere quasi immuni al progredire della malattia. Grazie a questa scoperta si sta ora cercando di capire in che modo operino tali parti che si "autodifendono", così da sfruttare queste conoscenze per cercare di creare cure di nuova concezione.
Il cervello possiede parti 'immuni' all'Alzheimer
Un team di ricerca dell'Università di Manchester, guidato da Richard Unwin, potrebbe aver fatto una scoperta rivoluzionaria.
Mentre si stava compilando una mappa completa del cervello umano sotto l'influenza dell'Alzheimer, i ricercatori hanno trovato prove che parte del nostro cervello potrebbe difendersi da sola dai devastanti effetti della malattia.
Il team ha notato che il cervelletto - la parte del cervello responsabile del movimento e dell'equilibrio - subisce un cambiamento significativo ma sottile a causa del morbo di Alzheimer, e questa potrebbe essere la prova che il cervello cerca autonomamente di innalzare delle difese. Ciò sarebbe importante perché il cervelletto, insieme a regioni come la corteccia motoria e la corteccia sensoriale, probabilmente non viene consumato dalla malattia come le altre regioni.
In altre parole, sembra che qualcosa di unico accada nel cervelletto, e gli scienziati hanno affermato che lo studio del fenomeno potrebbe aiutare nello sviluppo di trattamenti che imitano questo comportamento. Si aprirebbero dunque nuove strade per la ricerca di una cura.
Il cervelletto forse si 'difende da solo' dalle malattie neurodegenerative
"Il cervelletto, che avevamo sempre creduto inalterabile, in realtà mostra una risposta significativa a livello molecolare", afferma il ricercatore capo Richard Unwin. "Molti dei cambiamenti determinati da esso non si vedono in altre regioni della mente, e questo potrebbe implicare che esso si protegga attivamente dalle malattie.
Non lo sapremo per certo fino a quando non porteremo avanti ulteriori ricerche".
Per adesso si è ancora nel campo delle ipotesi, ma i ricercatori pensano che il cervelletto potrebbe possedere alcuni meccanismi di sopravvivenza che il resto del cervello non ha. Per lo studio, gli scienziati hanno esaminato nove cervelli di persone decedute con l'Alzheimer e nove cervelli sani di persone decedute per altre cause, tra cui malattie cardiache, malattie polmonari e cancro. Sono stati in grado di mappare 5.825 tipi di proteine in sei diverse regioni del cervello e ricavarne così una vera miniera di informazioni per monitorare i progressi dell'Alzheimer. I dati sono ora disponibili pubblicamente online, ma sono stati pubblicati anche su Communications Biology.