Ansia e depressione sono disturbi ormai molto diffusi, sia negli Stati Uniti (20% della popolazione) che in altri Paesi dell’Occidente. Solo nel 2017 circa 1,7% degli americani adulti ha avuto un episodio depressivo. I farmaci attualmente disponibili sono di grande aiuto, quando funzionano. Purtroppo solo un terzo dei soggetti con depressione e ansia mostra una regressione completa in seguito a trattamento farmacologico.

Ricercatori americani e cinesi hanno scoperto che il resveratrolo è in grado di inibire la fosfodiesterasi 4 (PDE4) e suoi sottotipi, con effetti neuroprotettivi. I risultati sono stati pubblicati il 15 luglio su Neuropharmacology.

Perché PDE4 e cAMP?

In molti processi biologici la cAMP (cyclic adenosine monophosphate) agisce da secondo messaggero ovvero risponde ai segnali esterni alla cellula, come gli ormoni, e li trasmette alle regioni di pertinenza all'interno della cellula. Lo stesso succede nel cervello. Per questo i ricercatori l’hanno considerato un target interessante nel controllo dei disturbi mentali.

Inoltre, era già noto che il resveratrolo fa aumentare i livelli della cAMP in numerose cellule.

PDE4 (phosphodiesterase 4) fa parte di una famiglia di enzimi che controlla i livelli intracellulari della cAMP. Un aumento di PDE4 induce una riduzione di cAMP. E, anche in questo caso, era già noto che il PDE4 ha un ruolo nella depressione e nell'ansia. Ad esempio, i ricercatori avevano già osservato sui topi, in laboratorio, che l'inibizione della PDE4 portava ad un aumento dell’attività della cAMP, con una riduzione dei comportamenti simili all'ansia e alla depressione.

Ancora oggi, tuttavia, non sono state definitivamente chiarite le cause della depressione e perché questa colpisce alcuni soggetti e non altri.

Una delle teorie collega la depressione ai livelli di glucocorticoidi, compreso il cortisolo. Una persona stressata rilascia questo ormone in quantità elevata per aiutare il corpo a fronteggiare la “minaccia”. Ma se questa condizione permane nel tempo, il cortisolo danneggia le cellule particolarmente sensibili come i neuroni dell’ippocampo. Questa potrebbe essere l’origine dell’ansia e della depressione.

I risultati dello studio

Un aumento dei livelli di corticosterone (analogo del cortisolo per i roditori) produce lesioni cellulari nel cervello ed un aumento dei livelli di PDE4D, un sottotipo della famiglia della PDE4 particolarmente importante nella cognizione e nella depressione. Dopo la somministrazione dell’ormone stressogeno, il resveratrolo è riuscito ad invertire l’aumento di PDE4D e a ridurre il numero di lesioni cellulari.

Impedendo anche la riduzione della cAMP.

Inoltre, somministrando corticosterone in topi “ingegnerizzati”, ovvero non in grado di produrre PDE4D, il resveratrolo ha potenziato gli effetti protettivi di cAMP anche in misura superiore ai topi con PDE4D funzionante. Gli autori hanno quindi concluso che il resveratrolo può avere effetti benefici sulla prevenzione dell’ansia e della depressione agendo sia sui livelli di PDE4D che di cAMP.

Resveratrolo e il “paradosso francese”

Si tratta di un polifenolo naturale, non-flavonoide, ad elevato potere antiossidante. Il resveratrolo è presente in misura importante nei mirtilli rossi (2-3 mg/100 g), nel ribes rosso (1,5 mg), nella fragola (0,35), nel vino rosso (0,30) e nell’uva rossa (0,15) e in molti altri alimenti.

Ovviamente le quantità indicate possono variare anche di molto, in base alla varietà, all’annata, alla zona di produzione, al tipo di lavorazione, ecc.

Al resveratrolo sono associate numerose proprietà benefiche, dalla proprietà antiossidante – che riduce i famigerati radicali liberi, alla proprietà anti-cancerogena – mediante differenti meccanismi cellulari. Ha anche proprietà antinfiammatoria – attraverso la riduzione di sostanze endogene pro-infiammatorie, ed ha importanti effetti cardioprotettivi agendo sia sulla riduzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi che a livello del microbiota intestinale.

A questo proposito, in Cina una ricerca “militare” sugli alimenti, pubblicata nel 2016 su mBio, primo autore Ming-liang Chen, aveva dimostrato la relazione tra microbiota intestinale e aterosclerosi, e il ruolo del resveratrolo.

In pratica questo composto andrebbe a bloccare degli enzimi presenti in alcuni batteri intestinali che producono TMA (trimetil-ammina). Arrivata al fegato la TMA viene ossidata a TMAO, sostanza clinicamente associata proprio all’insorgenza dell’aterosclerosi.

Forse questo può spiegare il cosiddetto “paradosso francese”, definizione coniata verso la fine degli anni settanta da Serge Renaud, ricercatore dell'Università di Bordeaux. Lui aveva confrontato l’incidenza dei disturbi alle coronarie nella popolazione francese con quella americana. I primi consumavano molti formaggi e avevano una dieta più ricca di grassi saturi rispetto agli americani, eppure i francesi soffrivano meno di disturbi alle coronarie. Questo “paradosso” fu spiegato proprio con l’abitudine dei francesi di consumare una maggiore quantità di vino rosso, ricco di resveratrolo.