Il coronavirus continua la sua avanzata in più parti del mondo e il numero di nuovi casi confermati sta aumentando rapidamente. Negli Stati Uniti, il governatore della California ha decretato lo "stato di emergenza" dopo che migliaia di persone sono state trattenute su una nave da crociera in cui vi sono una ventina di persone con sintomi della malattia.
Il Governo italiano, mercoledì 4, ha annunciato che chiuderà scuole e università fino al 15 marzo in tutto il paese, in cui il bilancio dei morti sale a 107 persone e più di 3.000 infetti.
In Cina sono già morte oltre 3.000 persone, mentre in Iran ne sono morte 92 e in Corea del Sud, il secondo paese con più infezioni (oltre 6.000), 32 persone hanno perso la vita.
Identificati due ceppi COVID-19
I ricercatori dell’Università Peking di Pechino e dell’Istituto Pasteur di Shanghai hanno annunciato la scoperta di due principali ceppi del virus che causano l'infezione nell'uomo. Studiando i geni in 103 campioni biologici dei pazienti ricoverati, si è scoperto che il ceppo più aggressivo del Coronavirus, identificato come di tipo L, è quello che ha colpito circa il 70% dei casi analizzati, mentre il ceppo S è meno virulento e avrebbe causato il restante 30%. A seguito di questi risultati, gli scienziati hanno svolto, e continuano a svolgere, ricerche più complete su covid-19 per comprendere meglio la situazione, per il momento, come riportato dagli stessi studiosi, i risultati ottenuti sono ancora in fase di conferma definitiva, visto che prodotti da un numero di dati ancora limitato.
Inoltre, hanno evidenziato che, nonostante il ceppo L, quello più pericoloso per l'uomo, sia quello che si è diffuso di più fino ad ora, in futuro questo è destinato a un declino in favore del ceppo S, che causa meno danni all'uomo. Insomma, l'ipotesi degli scenziati è quella che in futuro sarà il ceppo S a diventare il più comune.
Questo grazie alle restrizioni messe in atto prima in Cina e poi nel resto dei paesi in grave crisi. Il ceppo L, infatti, si manifesta creando problemi più seri nell'uomo, ma quindi più facilmente identificabili e isolabili. Al contrario, il ceppo S potrebbe presentarsi con lievi sintomi o del tutto asintomatico. La persona infetta di questo ceppo, quindi, potrebbe anche non accorgersene ed è per questo che gli studiosi ipotizzano una diffusione su più larga scala di quest'ultimo rispetto al primo.
I risultati di questo studio sono stati pubblicati martedì 3 marzo sulla National Science Review. Sempre martedì, una delle principali associazioni mediche cinesi ha confermato che il periodo medio di incubazione per il coronavirus varia tra i 5-7 giorni fino ad arrivare ai 14 giorni.