Il tema dell'Intelligenza artificiale sta interessando anche la psicologia per le importanti conseguenze che comporta. Una rivoluzione nel modo di gestire il lavoro, ma non solo: comunicare diventerà un gioco al ribasso? Che ne sarà dell'autenticità degli esseri umani e del nostro modo unico di rapportarci al mondo e agli altri? In particolare, ci si chiede come influirà quella parte di IA finalizzata al linguaggio generativo, ovvero in grado di simulare, grazie a dei comandi vocali o scritti, intere conversazioni.

Intelligenza artificiale e linguaggio generativo: cosa è e come funziona

L'Intelligenza artificiale si avvale spesso di bot, ovvero software che 'imitano' azioni umane senza che queste avvengano in maniera naturale. Con l'evoluzione e la sistematizzazione dell'AI si è arrivati anche a simulare conversazioni. Alcuni programmi sono capaci ad esempio di elaborare, in seguito a imput scritti o vocali, grandi quantità di testo e generarne di nuovi. Essendo basata su un apprendimento automatico, più viene utilizzata, più incrementa la gamma di risposte. Il suo utilizzo si sta ampliando anche per la scrittura di articoli, testi di vario genere e tesi.

Heinz von Foerster: l'uomo è una macchina non banale

La differenza tra macchine banali e non banali è stata ideata da Heinz von Foerster. Una macchina banale è molto semplice da capire: somministrando lo stesso imput, si ottiene sempre e comunque lo stesso output. Se, ad esempio, si accende un asciugacapelli, il risultato sarà che l'apparecchio genererà aria calda.

Diverse sono le macchine non banali che, a differenza delle prime, generano risposte diverse a seconda del comando. Ma non solo: queste macchine non solo prevedibili e nemmeno determinate sinteticamente, dipendono dalle azioni, dai sistemi e dalla storia. L'uomo è per eccellenza una macchina non banale e l'uso smodato dell'intelligenza artificiale rischia nel futuro di trasformarlo in una macchina banale e prevedibile, senza possibilità di evolvere e di sperimentare la scoperta e l'inimmaginabile.

L'intelligenza artificiale non ha infatti un metalinguaggio, ovvero la capacità di pensare il linguaggio, proprietà tipicamente umana e non replicabile.

Le conseguenze dell'Intelligenza artificiale sulle relazioni

L'intelligenza artificiale ha sicuramente molti risvolti pratici utili, velocizzando processi di lavoro. Tuttavia, se sostituita completamente al lavoro 'umano' presenta rischi non solo per quanto riguarda la diminuzione progressiva dei posti di lavoro, ma anche per la sfera delle relazioni. Chi già presenta difficoltà o carenze relazionali, può incorrere nel pericolo di una dipendenza dall'Intelligenza artificiale. L'uomo nasce come essere sociale e ha il bisogno fisico e psicologico di essere in contatto con altri essere umani, interagendo in modo sistemico.

Relazionarsi significa anche esporsi alla critica e alla chiusura, nonché all'abbandono: esperienze di crescita che l'AI non pone. L'altra faccia della medaglia è che non esiste la possibilità di mettersi in discussione e di creare relazioni autentiche, in un sistema che non sia egocentrato e al limite del patologico.