È un tracciato decisamente singolare quello che domenica 27 settembre assegnerà il titolo iridato dei professionisti a chiusura della settimana dei Mondiali di ciclismo 2015 di Richmond. L’anello della Virginia è tecnico e particolare, ma non molto selettivo. Le caratteristiche salienti sono due: la presenza del pavè, in alcuni tratti molto cittadino, in altri sconnesso e simile a quello delle grandi classiche del nord, e i tre muretti in successione che punteggiano gli ultimi 4 km. 

Mondiali da classica 

Tutte le corse in linea dei Mondiali di Ciclismo di Richmond si svolgeranno interamente nel circuito, contrariamente a quanto è avvenuto nelle ultime edizioni in cui si pedalava prima un tratto in linea.

Il circuito misura 16.2 km e sarà ripetuto per un diverso numero di volte a seconda delle categorie in gara. I professionisti lo ripeteranno per 16 volte per 259 km. 

Il circuito inizia con una prima parte pianeggiante su un ampio vialone, che sarà percorso in entrambi i sensi dopo aver superato una curva a 180 gradi. Il fondo stradale è un bellissimo pavè urbano, con una scorrevolezza paragonabile all’asfalto. Con una breve discesa il circuito si porta nella parte più bassa della città, lungo il canale. Qui dopo un breve tratto pianeggiante inizia la parte più spettacolare e tecnica del circuito.

Si affronta un primo muretto in pavè di 200 metri al 9%. Un punto davvero caratteristico con le curve e il vero pavè che ne fanno un muro da classica. Un breve falsopiano e una discesa portano al secondo muro, di un centinaio di metri al 15%. Un’altra breve discesa porta verso l’ultimo chilometro, dove si affronta il muretto conclusivo, di circa 400 metri al 7%. Gli ultimi 600 metri sono rettilinei, su una strada che continua leggermente a salire. 

Degenkolb e Kristoff favoriti 

Con qualche tono da Giro delle Fiandre, seppur piuttosto pallido, questi Mondiali di ciclismo chiamano alla sfida i grandi protagonisti delle classiche del nord. John Degenkolb e Alexander Kristoff, i trionfatori della campagna di primavera, sono tra i nomi più pronosticati per la vittoria.

Restano alte le quotazioni di Peter Sagan, che pure avrà una squadra ridotta quasi a zero, del sempre presente Valverde, e della stellare nazionale belga che dovrà far convivere le ambizioni di Boonen, Gilbert e Van Avermaet. Ma essendo un percorso poco selettivo, anche i velocisti come Greipel, Bouhanni e Matthews hanno concrete possibilità di arrivare a giocarsi la maglia iridata. Senza dimenticare che in un finale mosso come questo anche una stoccata da finisseur può essere valida, ed in questo caso il campione in carica Kwiatkowski o Stybar sono nomi su cui puntare. E l’Italia? La nazionale azzurra parte nel ruolo di outsider, e del resto non vinciamo una grande classica ormai da sette anni. Ma un Nibali in grande spolvero e la vivacità di corridore in crescita come Trentin e Ulissi regaleranno brividi e spettacolo.