Dodici triple in una gara, 288 in stagione. Il fenomeno dei Golden State Warriors ieri notte a Oklahoma City ha fatto impazzire i social e il mondo intero; mai nessuno come lui nella storia dell'NBA. La scorsa notte si è disputata la partita NBA tra Golden State Warriors e Oklahoma City Thunder. I Warriors si sono imposti 121 a 118, grazie a un canestro da tre punti di Stephen Curry quando mancava circa un secondo dalla fine della partita e quando le squadre erano sul 118 pari.

Numeri da marziano

Anche LeBron James, suo rivale, su Twitter ammette di non aver visto mai nessuno come Steph nella storia del Basket. Ieri Curry ha eguagliato record di Kobe Bryant e Marshall di numero di tiri da 3 punti in una singola partita (12) e distrutto il suo stesso precedente record di triple in stagione (l'anno scorso 286, oggi è a 288 con ancora 24 partite da disputare). Il tiro della vittoria contro OKC è arrivato all’ultima di sei partite in trasferta consecutive, dopo che Curry ne aveva segnati 36 ad Atlanta lunedì, 42 a Miami mercoledì, 51 a Orlando giovedì e altri 46 ieri notte a OKC, con una media di 43.8 punti e con una percentuale effettiva al tiro del 77%.

Curry è senza dubbio il migliore tiratore della storia dal palleggio, con la sua faccia pulita è un giocatore completo e capace di tiri che sembrano non rispettare le leggi della fisica.

Un tiro epico

La storia della tripla che ha garantito la vittoria contro i Thunder inizia a 5 secondi dal termine della gara, sul 118 pari: Steph avanza oltre la sua mediana e da trequarti campo segna la tripla allo scadere, lasciando meno di un secondo sul cronometro.

Il poco tempo rimasto non è sufficiente a OKC per recuperare la gara. 

In più ha anche provocato l’uscita per falli di Kevin Durant, altro pazzesco tiratore, proprio quando i Thunder sembravano aver ripreso il controllo della partita. E dire che ieri notte era anche uscito per qualche minuto per un infortunio alla caviglia sinistra (le caviglie di Curry sembrano essere il suo unico punto debole) dopo uno scontro fortuito con Russell Westbrook; qualche secondo di spavento ma poi tutto si risolve.Se gioca così quando si fa male, figuriamoci quando sta bene.