La terza tappa del Dubai Tour ha messo a dura prova la resistenza dei corridori. Dopo due giorni di tranquille tappe da sprint su percorsi in gran parte cittadini, la corsa degli Emirati ha affrontato oggi un tratto nel deserto dove il gruppo è stato investito da una tempesta di sabbia. Le condizioni avverse hanno causato alcune cadute, dei frazionamenti del gruppo e tanta confusione, portando ad un finale molto tirato in cui John Degenkolb ha fatto prevalere la propria resistenza.

Il vento del deserto sul gruppo del Dubai Tour

È successo davvero di tutto nelle fasi centrali della terza tappa del Dubai Tour. Il fortissimo vento laterale che ha spazzato la corsa nell’attraversamento del deserto ha reso caotica e snervante questa tappa che sembrava poter passare come un’altra tranquilla giornata in attesa dello sprint finale. Invece il vento ha portato sui corridori una vera tempesta di sabbia, causando cadute e spezzettamenti del gruppo. È in queste circostanze, con una vera battaglia tra i corridori per tenere le prime posizioni, che si è verificato anche l’increscioso episodio che ha avuto come protagonista negativo l’ucraino della Astana Andry Grivko, colpevole di aver colpito Marcel Kittel con un pugno.

Quando il gruppo ha oltrepassato la zona più ventosa la situazione si è quasi del tutto ricomposta, ma il finale ha risentito delle fatiche accumulate. Lo sprint è stato molto tirato, con le squadre che hanno faticato ad organizzarsi ed alcuni dei protagonisti più attesi che sono rimasti tagliati fuori. A lanciarsi davanti a tutti è stato Van Rensburg, uno dei gregari di Cavendish, ma alle sue spalle è rinvenuto John Degenkolb, che ha fatto valere la sua resistenza e l’abitudine alle grandi classiche per andare a vincere. Colbrelli ha chiuso con un buon terzo posto davanti a Lobato e a Minali, il neopro della Astana che si sta mettendo in buona evidenza in questa corsa d’esordio nel grande Ciclismo. In classifica Kittel è rimasto al comando con 8’’ su Groenewegen e 10’’ su Degenkolb, alla vigilia della tappa con l’arrivo sul muretto di Hatta Dam.