Il dibattito sul tema della sicurezza è sempre al centro dell'attenzione nel mondo del ciclismo professionistico. A poco più di un mese dalla ripresa dell'attività agonistica, fissata per il 21 gennaio al Tour Down Under, il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, ha lanciato l'allarme sull'eccessiva velocità che le bici attuali permettono di raggiungere. La continua evoluzione tecnologica ha portato a modelli sempre più performanti, ma che, proprio a causa di queste straordinarie velocità, portano a conseguenze più gravi in caso di incidenti.
Dalle pagine del giornale francese Le Parisien, il team manager della Groupama, Marc Madiot, e il suo nuovo corridore, Guillaume Martin, si sono detti favorevoli a cercare una soluzione per ridurre le velocità. Martin ha già lanciato un'idea, mutuata dalla Formula Uno. "Dovremmo usare tutti le stesse gomme", ha dichiarato il corridore francese.
'Più le velocità sono alte, più i rischi aumentano'
Durante una recente riunione dell'AIOCC, l'associazione che riunisce gli organizzatori di corse del Ciclismo professionistico, Christian Prudhomme ha dichiarato che un punto chiave per migliorare la sicurezza in corsa sarebbe di limitare le prestazioni delle biciclette. "I corridori vanno troppo veloci.
Più le velocità sono alte, più i rischi aumentano. È assolutamente necessario intervenire con misure adeguate per ridurre le velocità", ha dichiarato il direttore del Tour de France.
La sua presa di posizione ha suscitato un po' di rumore nel mondo del ciclismo, con opinioni e reazioni molto disparate. Il team manager della EF Education-EasyPost, Jonathan Vaughters, ha bollato questa richiesta di Prudhomme come una sciocchezza, attribuendo la colpa per la scarsa sicurezza ai comportamenti pericolosi dei corridori.
Martin: 'I materiali di oggi permettono di andare sempre più forte'
Dalle pagine del giornale Le Parisien, il team manager della Groupama Marc Madiot e il suo corridore Guillaume Martin si sono invece detti d'accordo con Prudhomme.
"I corridori vanno sempre più forte su strade che sono progettate per rallentare la viabilità ordinaria", ha dichiarato l'esperto manager francese, sposando la tesi della riduzione delle prestazioni delle bici come unica soluzione praticabile per migliorare la sicurezza.
Madiot ha portato come esempio quanto fatto negli sport motoristici. "La Formula 1 non ha mai smesso di limitare le auto. Non solo ha salvato vite umane, ma il suo spettacolo non ha perso nulla. Onestamente, una corsa a 48 chilometri orari di media è meno emozionante di una a 55 chilometri orari?", ha dichiarato Madiot.
Guillaume Martin è andato oltre e ha già trovato un'idea molto semplice per mettere in pratica la riduzione delle prestazioni e delle velocità. "Oggi i materiali ti permettono di andare sempre più forte, ma io ho l'impressione che le bici si rompano ogni volta che cadi. Dovremmo fare come in Formula Uno, correre tutti con le stesse gomme", ha proposto il corridore francese, "Dovremmo scegliere un modello non molto performante, che ti faccia andare un po' più piano. Da una gomma all'altra ci possono essere anche tre chilometri orari di differenza".