Non si può certo dire che la Milano-Sanremo non dispensi emozioni e spettacolo ad ogni appuntamento. Anche nell'edizione del 2017 appena conclusa, sono stati moltissimi i campioni di primo piano che vi hanno partecipato. Da Boonen che concluderà la sua straordinaria carriera dopo la Parigi-Roubaix e che ha già vinto 4 volte, alle stelle del pedale come Sagan, Van Avermaet, o Kristoff che come Démare ha già conquistato la corsa.

E poi Colbrelli, Viviani Gaviria; insomma la rappresentanza dei corridori di primissima fascia è stata ben rappresentata, ma quel che più conta e che verrà ricordato il finale pirotecnico che ha chiuso la classicissima ligure con tre uomini separati da pochi centesimi sul traguardo.

E' subito fuga

Al via viene subito presa la testa da dieci uomini che si staccano dal gruppo. Sono Mattia Frapporti, dell'Androni Sidermec, Mirco Maestri della Csf Bardiani, Alan Marangoni della Nippo Fantini, Umberto Poli della Nordisk e Federico Zurlo della Uae Emirates, insieme ad altri cinque corridori, dopo soli tre chilometri dalla partenza, tentano l'allungo riuscendo a raggiungere un vantaggio massimo inferiore ai cinque minuti.

Questa è la distanza massima concessa dal gruppo nei loro confronti. Per il resto, durante le prime tre ore di corsa, le medie si mantengono piuttosto basse, anche a causa del vento forte, che dà parecchio fastidio soprattutto ai fuggitivi.

A Capo Cervo si accende la corsa

Superato il Passo del Turchino la media torna ad alzarsi decisamente, questo grazie anche al cambiamento delle condizioni del vento che nel frangente soffia favorevolmente alle spalle dei corridori. La corsa si accende però con l'ingresso nella zona dei Capi. E' il transalpino Alexis Gougeard dell'Ag2r a sferrare il primo attacco a Capo Cervo. Nessuno lo segue nell'attacco, e il francese guadagna una ventina di secondi che verranno azzerati sul Capo Berta mandando a vuoto il tentativo.

Con l'avvicinarsi alla Cipressa, il gruppo riduce maggiormente lo svantaggio dal drappello dei battistrada stabilizzandolo attorno al 1' quando mancano 35 chilometri all'arrivo. Sulle rampe della salita ci sono diversi tentativi di attacco da parte di diversi corridori che però vengono controllati dal gruppo che li soffoca sul nascere, mentre nelle retrovie si stacca Cavendish che perde terreno. Nella successiva discesa ci riprova Tony Gallopin, ma la Bora Hansgrohe di Peter Sagan ricuce immediatamente.

Inizia lo spettacolo: attacca Sagan

Si arriva all'ultima ascesa di giornata come al solito in una sorta di volata. Qui l'uomo più atteso, Peter Sagan, mostra tutto il suo coraggio e tutte le ragioni per le quali si è confermato campione del mondo: Sul Poggio a 6 Chilometri dal traguardo, lo slovacco si alza sui pedali e forza l'andatura staccandosi.

Colbrelli generosissimo prova a tenere la ruota di Sagan, ma è costretto a mollare la presa dopo pochi metri. Riescono invece a rispondere e ad agganciare l'ultimo treno, Michel Kwiatkwoski e Julian Alaphilippe. Il terzetto riesce a prendere una ventina di secondi di vantaggio che basterà per tenere a distanza il gruppo nella volata finale. Il lavoro principale è tutto sulle spalle di Sagan che inevitabilmente finisce per pagare lo scotto: Il campione del mondo è costretto a lanciare la volata ai trecento metri, mentre i rivali astutamente stanno coperti consapevoli della forza dello slovacco. Il polacco sfrutta bene la scia per uscire negli ultimi metri e sopravanzare l'avversario per pochi centimetri con un colpo di reni sul traguardo, andando a centrare una bellissima e vibrante vittoria. Piazza d'onore per Julian Alaphilippe che chiude al terzo posto.