Dopo la tappa regina del Terminillo alla Tirreno-Adriatico, il traguardo di Fermo arrivava dopo un'altra tappa tutt'altro che semplice di 210 Km che partiva da Rieti. Fabio Aru deve arrendersi a una tracheite con febbre notturna che lo mette fuori gioco, nel corso della tappa anche Adam Yates, secondo nella generale, sarà costretto al ritiro. Molte le insidie in una tappa del genere. Lunghezza del percorso a parte, le difficoltà si presentavano in rapida successione proprio nel finale con i "Muri di Fermo". Una serie di salite e strappi con pendenze davvero impegnative, in grado di tagliare le gambe anche ai corridori più quotati.

Il ritmo elevato fin dai primissimi chilometri ha complicato ulteriormente le cose per molti.

Tentativo di fuga. Sono circa una decina gli uomini che riescono a smarcarsi dal gruppo e a tentare l'allungo; tra questi ci sono Filippo Ganna (Uae Emirates), Gianni Moscon (Team Sky), Steve Cummings (Dimension Data), Alexis Gougeard (Fdj), Moreno Moser (Astana). Il drappello è tenuto però sotto stretto controllo dal gruppo capitanato dalla Movistar che non vuole lasciare spazio ad eventuali attacchi a Quintana, e il vantaggio non supera mai i tre minuti. Il margine si riduce ulteriormente con la Cannondale Drapac che si alterna alla Movistar in testa al gruppo, e quando cominciano i primi saliscendi, anche grazie al ritmo estremamente sostenuto, inizia una scrematura tra gli inseguitori.

Il tentativo di fuga va ad esaurirsi sulle prime rampe del Gpm di Capo di Monte più o meno a metà percorso.

Nuovo tentativo di allungo. Nell'ascesa, c'è un nuovo tentativo da parte di Mikel landa (Team Sky), Mattia Cattaneo (Androni Sidermec), Bob Jungels (Quick Step Floors) e Tim Wellens (Lotto Soudal), che riescono a guadagnare poco più di un minuto a meno 45 chilometri dall'arrivo.

Ancora una volta è la Movistar a stoppare le velleità dei battistrada andando a chiudere, ma nonostante questo, Michal Kwiatkowski non demorde e prova ripetutamente a rilanciare senza successo. A 12 chilometri dal traguardo, è la volta di Luis leon Sanchez; lo spagnolo in ottima condizione, tenta l'affondo solitario cercando di difendersi dal plotoncino dei big dai quali però si stacca inesorabilmente Vincenzo Nibali.

Su Sanchez, riesce a riportarsi Tejay Van Garderen, e i due attaccano insieme l'ultimo strappo con una una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia azzurra dove ci sono i big.

Battaglia finale. La corsa si incendia nel finale, quando Tibaud Pinault virtualmente secondo nella generale dopo il ritiro di Yates, rompe gli indugi e va all'attacco; Quintana risponde prontamente e lo salta prendendo qualche metro di vantaggio. Geraint Thomas non ci sta, ricuce e si porta nuovamente in testa al drappello. Nel gruppo anche un Peter Sagan sornione che attende. Il campione del mondo rimane a ruota tenendosi coperto, poi sull'ultima rampa esplode una progressione terrificante che brucia letteralmente gli avversari annichilendoli. E' il secondo ruggito del re leone alla Tirreno-Adriatico. Una vittoria da incastonare come una gemma preziosa nella storia della corsa dei due mari.