Se tre anni fa il Mur de Bretagne era stato il primo campanello d’allarme per Vincenzo Nibali in un Tour de France di alti e bassi, stavolta la breve salita bretone ha dato una risposta molto più confortante. Il fuoriclasse siciliano ha ben pedalato nella sesta tappa del Tour, nonostante un frazionamento del gruppo verso metà corsa che lo ha costretto ad inseguire per qualche chilometro.

Nel temuto finale invece Nibali è andato molto bene, reagendo ai cambi di ritmo con brillantezza ed arrivando nel gruppetto dei migliori, da cui hanno invece perso contatto alcuni degli avversari.

Nibali: ‘Ho fatto bene’

La tappa numero sei del Tour de France si è accesa ben prima del finale, quando il vento ha spezzato il gruppo in più tronconi, cogliendo un po’ di sorpresa il Team Bahrain Merida di Vincenzo Nibali. Il vincitore della Sanremo si è trovato a corto di compagni di squadra, ma ha trovato collaborazione da altre squadre rimaste attardate ed in breve ha riparato la situazione. La corsa si è poi calmata per preparare il finale sulla breve ma dura rampa di Mur de Bretagne, un arrivo da classica in cui Daniel Martin ha assestato la stoccata vincente partendo all’ultimo chilometro.

Per Vincenzo Nibali era una giornata in cui testarsi su un percorso più adatto ad alcuni dei suoi avversari che a lui, con un finale ideale per corridori più esplosivi. Il campione siciliano si è ben difeso, riuscendo a tenere il passo del gruppetto da cui è scattato Martin. “Sapevo che il Mur de Bretagne poteva fare una certa selezione e così è stato” ha spiegato Nibali al sito ufficiale della sua squadra. “Lo sforzo è stato violento, ma ho fatto bene arrivando pochi secondi dopo il vincitore”, ha aggiunto il capitano del Team Bahrain sottolineando quanto il finale fosse poco adatto ad un fondista come lui. “Salendo ho perso qualche metro ma ho recuperato. Poi sono rimasto lì, non aveva senso fare qualcos'altro” ha concluso Nibali.

Qualche secondo guadagnato

Al contrario di Nibali alcuni degli avversari per la maglia gialla finale non sono riusciti a tenere il passo del gruppetto dei migliori. Froome ha perso 5’’ da Nibali, staccandosi a poche centinaia di metri dall’arrivo, quando Valverde ha assestato l’ultimo cambio di ritmo. Uran ha lasciato 8’’ Zakarin e Kruijswijk 9’’. Molto sfortunati sono stati Bardet e Dumoulin, che a causa di due forature nel finale di corsa hanno ceduto 28’’ e 50’’ dal gruppetto di Nibali. “Abbiamo guadagnato qualche secondo e questa è una cosa positiva. Questa non era una salita adatta a Vincenzo, ma ha dimostrato che è in buona forma e all’altezza dei suoi avversari” ha commentato il Ds Rik Verbrugghe.