Il passaggio di Julian Alaphilippe dalla Soudal Quick-Step alla Tudor è stato uno dei colpi più importanti nel mercato del ciclismo professionistico. Il campione francese è stato una vera bandiera della Soudal Quick-Step, con cui ha condiviso dieci anni di carriera, tra grandi successi e altrettanti momenti difficili. Le ultime stagioni hanno visto Alaphilippe un po' tristemente avviato verso un precoce declino, complici anche le tante cadute in cui è incappato, e preso pubblicamente di mira dal suo team manager Patrick Lefevere per gli scarsi risultati.

Alla fine, tra Alaphilippe e la sua storica squadra si è consumato l'addio. Il due volte iridato ha deciso di accettare la proposta della Tudor, che, pur non essendo una squadra World Tour, ha un piano ambizioso e gli permette di continuare a vivere il ciclismo come lui ama, senza esasperazioni. Il francese ha raccontato di essere un po' insofferente all'invasione tecnologica del ciclismo attuale e di conservare la mentalità e le abitudini di quando ha iniziato. "Il ciclismo non è battere i record di wattaggi, io mi alleno ancora come dieci anni fa", ha raccontato Alaphilippe nel media day della Tudor.

Alaphilippe: 'Il sogno è il Fiandre'

La Tudor sarà una delle squadre più osservate al via della nuova stagione del ciclismo professionistico.

La squadra svizzera di Fabian Cancellara ha operato un mercato importante, ingaggiando corridori come Marc Hirschi e Julian Alaphilippe, che potranno far compiere al progetto un ulteriore salto di qualità. Al media day della Tudor, Julian Alaphilippe ha spiegato di aver scelto la squadra svizzera seguendo il suo istinto, lo stesso con cui ha sempre interpretato le corse. "Non siamo una squadra World Tour, ma questo per me non è mai stato un problema", ha dichiarato il campione francese, "Ho seguito le mie sensazioni. Mi sono chiesto cosa volessi, e cioè godermi il ciclismo in una buona struttura. Il progetto della Tudor corrisponde a quello che voglio". Nonostante questo approccio un po' romantico, Alaphilippe ha dichiarato di puntare a grandi obiettivi.

"Amstel, Liegi, Lombardia, le tappe del Tour de France, queste sono le corse che mi danno le motivazioni. Il Giro delle Fiandre resta un sogno. So che per me è difficile, ma voglio continuare a provarci", ha continuato Alaphilippe, che debutterà con la sua nuova squadra alla Figueira Champions Classic del 16 febbraio.

Julian Alaphilippe si è detto pronto e motivato a sfidare i fenomeni della nuova generazione, a partire da Pogačar, ma di volerlo fare a suo modo, senza seguire le tendenze e le esasperazioni di questo nuovo ciclismo. "L'anno scorso Pogačar è stato spettacolare. È un fenomeno e ho sentito che è solo al 20% del suo potenziale, che sarebbe appena all'inizio. Ma devi continuare a credere di poter battere questi ragazzi.

So che è dura, ma se non ci credi tu stesso non troverai le motivazioni per continuare a provare", ha dichiarato il 32enne francese.

'La cosa più importante è come ti senti in bici'

Alaphilippe ha spiegato di essere ancora al vecchio ciclismo, alle sue abitudini e ai suoi metodi di preparazione, e di non amare l'esasperazione tecnologica che si sta vivendo in questi ultimi anni. "Sono vecchia scuola, mi alleno come facevo dieci anni fa e non cambierò. Oggi è sempre più una questione di numeri, ma io voglio correre con l'istinto" ha dichiarato il corridore francese, criticando alcuni colleghi.

"Puoi battere tutti i record, ma la cosa più importante è come ti senti in bici. E ovviamente anche quali risultati ottieni.

A volte vedo i corridori che tagliano il traguardo guardando il computer. Non gli importa come è andata, se hanno battuto i loro record di wattaggi sono soddisfatti. Per me il ciclismo non è battere i record di wattaggi", ha dichiarato Alaphilippe.