La leggendaria cavalcata solitaria tra Colle delle Finestre e Jafferau con cui Chris Froome ha ribaltato l’esito del Giro d’Italia 2018 è già un pezzo di storia del Ciclismo. Il capitano della Sky decise di attaccare ad oltre 80 km dall’arrivo per cercare di rimettere in discussione una classifica che sembrava già chiusa per lui con un ritardo di oltre tre minuti. Grazie al crollo della maglia rosa Simon Yates, a qualche incertezza nell’inseguimento degli avversari ma soprattutto ad una prestazione maiuscola, il piano di Froome andò in porto e a Jafferau la maglia rosa fu sua.

Quella pagina epica di ciclismo è stata premiata ora come corsa dell’anno da Velonews, che per l’occasione l’ha ripercorsa passo per passo con le testimonianze dei protagonisti.

Froome: ‘Un attacco da tutto o niente’

Alla partenza della 19° tappa del Giro d’Italia, la Venaria Reale – Bardonecchia, Chris Froome sapeva bene di potersi giocare ormai poche chance di conquistare la maglia rosa avendo 3’22’’ di distacco da Simon Yates e 2’58’’ da Tom Dumoulin. "Normalmente non guarderei ad una tappa come quella con il Colle delle Finestre pensando di attaccare ad 80 km dall’arrivo e andare al traguardo da solo” ha ricordato il campione della Sky a Velonews.

“Sapevamo che serviva qualcosa di selvaggio e che sarebbe stato un grosso rischio, una mossa in cui hai tutto o niente” ha continuato Froome che ha spiegato come la mattina di quella tappa abbia preso la decisione di giocare il tutto per tutto. “Sul bus stavo guardando il profilo della tappa e aveva senso attaccare sul Colle delle Finestre. Nella mia mente c’erano tre salite e due discese, non c’era molta pianura. Avere compagni in grado di lavorare per te non sarebbe stato di grande beneficio su quel percorso” ha raccontato il campione britannico. Lo staff della Sky ha rapidamente organizzato l’impresa in ogni dettaglio, partendo dalla potenza e la velocità che Froome avrebbe dovuto sviluppare in ogni parte del percorso, e traducendo poi il tutto in consumo energetico per preparare i rifornimenti esatti di cui avrebbe avuto bisogno.

‘Lui è un cronomen migliore di me’

La corsa si è poi svolta come pianificato dalla Sky, con l’attacco di Froome all’inizio dello sterrato del Colle delle Finestre dopo il lavoro dei compagni ad isolare gli avversari. Yates era già andato alla deriva, ed anche Dumoulin non ha retto il passo dello scatenato britannico perdendo via via tutti i tre minuti accumulati in classifica e vedendo scivolare la maglia rosa sulle spalle del rivale. Il campione olandese si è subito staccato sulla progressione di Froome, ma ha poi perso tanto terreno nella successiva discesa e nella più facile salita del Sestriere cercando la collaborazione dei corridori rimasti con lui, Pinot, Lopez e Carapaz.

Froome ha commentato in maniera critica le strategie di corsa dell’avversario, ritenendole la causa della sua sconfitta: “Se sono completamente onesto con me stesso penso che se Dumoulin fosse andato in modalità cronometro fin dal Colle delle Finestre, come ho fatto io, allora avrebbe preso la maglia rosa quel giorno” ha dichiarato il vincitore del Giro d’Italia.

“Lui è un cronomen migliore di me in generale e il fatto di avere dei corridori a ruota in realtà ti rallenta. Credo che se Dumoulin fosse andato con il suo passo non avrei guadagnato tutto quel tempo” ha aggiunto Froome.

La replica di Dumoulin, sempre sulle pagine di Velonews, non si è fatta attendere ed ha offerto una visione strategica diversa che ha sottolineato soprattutto la portata dell’impresa di Froome. “Forse ho fatto un errore, ma forse no” ha dichiarato il campione olandese. “Nessuno si aspettava che Froome arrivasse fino alla fine. Normalmente con un gruppo di cinque corridori all’inseguimento uno da solo viene ripreso” ha analizzato il corridore della Sunweb.