Tadej Pogacar è l'uomo del momento nel ciclismo professionistico, ma forse sarebbe più corretto dire l'uomo di questo decennio. Già numero uno al mondo nelle ultime stagioni, il fuoriclasse sloveno ha compiuto un ulteriore salto di qualità in questo 2024. Pogacar ha vinto a ripetizione con prestazioni strabilianti, continuando a spostare i limiti del suo dominio. Il campione della UAE Emirates si prepara ora ad un nuovo appuntamento con la storia, il tentativo di doppietta tra Giro d'Italia e Tour de France che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani.

Ad una settimana dal via della corsa rosa, il tecnico della UAE Emirates Joxean Matxin Fernandez ha raccontato come la squadra abbia gestito i primi passi del giovane campione nel Ciclismo professionistico. "Non lo abbiamo mai trattato come un giovane corridore", ha spiegato Matxin Fernandez.

'Nel 2020 sarebbe stato normale portarlo al Giro o alla Vuelta'

Tadej Pogacar ha debuttato nel ciclismo pro nella stagione 2019, dopo aver ottenuto grandi risultati nella sua carriera giovanile, su tutti la vittoria al Tour de l'Avenir. Matxin Fernandez ha ricordato di aver subito dato un ruolo di primo piano al giovane sloveno, contrariamente a quello che si faceva qualche anno fa nel ciclismo, quando i neoprofessionisti venivano spesso impiegati inizialmente come gregari.

Per Pogacar niente gavetta, ma immediatamente i galloni di capitano e un'esplosione pressoché immediata. "Non potevamo trattarlo solo come un giovane corridore. Dovevamo trattarlo come un campione fin dall'inizio e cambiare i programmi di corse di conseguenza", ha raccontato il tecnico della UAE.

Pogacar ha gareggiato in corse molto importanti in quel 2019 ed ha subito cominciato a vincere.

"Lo abbiamo portato alla Volta Algarve e al Giro di California, dove ha vinto. Poi ha fatto i Paesi Baschi. Lì non ha vinto, ma ha lavorato per Dan Martin, altrimenti avrebbe potuto farcela", ha raccontato Matxin Fernandez. Dopo questo esordio eccezionale, la UAE ha deciso di portare subito lo sloveno a misurarsi con un grande giro, la Vuelta Espana.

Pogacar ha dato una prova ulteriore del suo talento, vincendo tre tappe e concludendo la corsa al terzo posto.

"A quel punto la cosa normale sarebbe stato portarlo al Giro d'Italia o alla Vuelta Espana a lottare per la vittoria. Invece abbiamo alzato ancora l'asticella e nel 2020 lo abbiamo portato al Tour de France", ha ricordato Matxin Fernandez. In quel Tour, Pogacar esplose definitivamente come nuovo fenomeno del ciclismo, ribaltando e conquistando la corsa nella penultima tappa, la cronoscalata a Planche des Belles Filles.

Pogacar, un 2024 da fenomeno

In questo 2024, che sarà incentrato sul Giro e sul Tour, Tadej Pogacar ha corso poco ma vinto praticamente tutto. In appena dieci giorni di gara, il fuoriclasse sloveno ha messo a segno sette vittorie, un percorso quasi netto se si considera che un paio di tappe del Catalunya erano riservate ai velocisti.

Pogacar ha esordito vincendo la Strade Bianche con una fuga solitaria di quasi novanta chilometri, poi è arrivato terzo alla Milano Sanremo e ha strapazzato la concorrenza alla Volta Catalunya, in cui ha conquistato quattro tappe e la classifica generale.

La sua stagione di classiche del nord si è concentrata unicamente sulla Liegi Bastogne Liegi, in cui è andato a segno con una nuova esibizione ad effetto, una fuga solitaria di oltre trenta chilometri.