A pochi giorni dalla partenza del Giro d'Italia la rivista Wielerrevue ha pubblicato un'edizione speciale dedicata alla corsa rosa con commenti, ricordi e opinioni di alcuni ex corridori. Tra questi, è stato particolarmente significativo l'intervento di Roger De Vlaeminck, campione degli anni settanta, grande interprete delle classiche, personaggio carismatico e fuori dagli schemi. De Vlaeminck, che al Giro ha vinto ben 22 tappe, ha criticato la programmazione selettiva dei corridori di oggi, che spesso scelgono pochi obiettivi scartando anche molte classiche monumento.

"I grandi corridori dovrebbero essere obbligati a partecipare a tutte le classiche monumento, ma guadagnano troppo e probabilmente non ne hanno bisogno" ha dichiarato l'ex campione belga.

'Vingegaard e Evenepoel mancano di ambizione'

Roger De Vlaeminck ha vissuto un'epoca in cui il ciclismo era molto diverso da quello attuale, in cui era abituale per i campioni correre ovunque senza avere una specializzazione così spinta come adesso. Emblematica di quel periodo è la personalità feroce di Eddy Merckx. "Una volta ero al Tour, mi sono detto che se l'anno dopo Merckx avesse partecipato di nuovo io non ci sarei andato. Quando aveva cinque minuti di vantaggio continuava ad andare all'attacco in montagna.

Eddy non era mai soddisfatto, non ci sarà mai più uno come lui" ha ricordato De Vlaeminck, che ha spesso preferito correre il Giro d'Italia piuttosto che il Tour de France.

De Vlaeminck ha avuto parole di elogio per Tadej Pogacar, il numero uno del Ciclismo attuale. Secondo l'ex campione, lo sloveno vincerà facilmente questo Giro d'Italia.

"Sa andare in salta e a cronometro, è veloce allo sprint, è un vero campione. Dominerà questo Giro dall'inizio alla fine, non ci sono degli sfidanti seri" ha commentato De Vlaeminck, che ha invece criticato la selettività di alcuni dei più grandi protagonisti del ciclismo attuale.

"Pogacar fa tante corse, Vingegaard non partecipa a nulla.

Non fa la Liegi, non fa il Lombardia. I grandi corridori dovrebbero essere obbligati a partecipare a tutte le classiche monumento. Ma guadagnano troppi soldi e probabilmente non ne hanno bisogno. Ai nostri tempi era molto diverso” ha spiegato De Vlaeminck, invitando anche Evenepoel ad allargare i suoi programmi.

"Penso che ci sia una mancanza di ambizione per Vingegaard e Evenepoel. Vingegaard deve correre la Liegi, Evenepoel la Sanremo. Possono vincere quelle classiche, così come Pogacar potrà vincere una Roubaix quando deciderà di correrla" ha dichiarato l'ex campione.

De Vlaeminck, l'uomo delle grandi classiche

Roger De Vlaeminck è stato uno dei più grandi interpreti delle classiche nella storia del ciclismo.

Ha corso dal 1969 al 1984, conquistando ben undici classiche monumento, secondo solo a Eddy Merckx tra i plurivittoriosi di tutti i tempi.

Ha vinto per quattro volte la Parigi Roubaix, un record, per tre volte la Milano Sanremo, per due volte il Giro di Lombardia, e in una occasione la Liegi Bastogne Liegi e il Giro delle Fiandre. Nel suo palmares manca invece il Mondiale, in cui arrivò secondo nel 1975.