Uno dei momenti più caldi degli ultimi vent’anni di Ciclismo professionistico è stato senz’altro lo scontro tra Alberto Contador e Lance Armstrong durante il Tour de France 2009. L’americano era clamorosamente tornato alle corse dopo tre anni di inattività riformando lo storico sodalizio con Johan Bruyneel, il tecnico e manager belga passato nel frattempo alla guida della Astana.
La squadra kazaka aveva già nelle sue fila Alberto Contador, già vincitore di tutti e tre i grandi giri all’epoca, e al Tour 2009 tra i due si consumò una guerra in cui l’americano non lasciò inesploso nessun colpo.
La ruota comprata dalla Milram
Questo periodo di vuoto nel ciclismo professionistico a causa dell’emergenza sanitaria sta lasciando spazio ai ricordi di alcune grandi corse del passato più o meno recente. Durante una chiacchierata con lo youtuber Valentì Sanjuan, Alberto Contador ha scoperchiato per la prima volta dopo tanti anni tutti i retroscena della ruvida battaglia contro Lance Armstrong al Tour de France 2009.
Contador era già il numero uno dei grandi giri e il leader della Astana gestita dal manager belga Johan Bruyneel, la storica guida di Lance Armstrong durante gli anni della Us Postal. Proprio in quel 2009 Armstrong decise di fare un incredibile rientro alle corse dopo tre anni di ritiro e ad accoglierlo non poteva che essere la Astana del grande amico Bruyneel.
Al Tour de France si consumò una resa dei conti senza esclusione di colpi. Armstrong, sempre assetato di successi e potere, si trovò in casa un avversario più giovane e forte di lui e cercò di destabilizzarlo in ogni modo per prendere la leadership della squadra e rivincere clamorosamente il Tour a quasi 38 anni. Contador ha ricordato molti episodi di quella corsa, partendo dal via di Monaco.
“Il Tour era iniziato con molte polemiche all’interno della squadra. La domanda era chi fosse il leader tra me e Armstrong. C’era una tensione tremenda nell’aria, anche a cena. Il giorno prima della crono di apertura a Monaco sono andato a parlare con Lance nella sua stanza. Mi ha detto che per lui era meglio che fossi io a vincere il Tour. Ma pochi minuti dopo ha scritto in un tweet: domani vedremo chi è il leader” ha ricordato Contador rammentando un altro episodio di quella turbolenta partenza da Monaco. La Astana si era rifiutata di fornirgli le ruote lenticolari di ultima generazione, destinate unicamente ad Armstrong. “Ho dovuto comprare una ruota. Ho parlato con il team Milram, che aveva la stessa marca di ruote, e sono riuscito ad acquistarne una.
Quando mi sono presentato alla partenza con quella ruota Armstrong è rimasto sorpreso” ha raccontato il fuoriclasse spagnolo.
Alberto Contador: ‘Bruyneel disse che le cose non andavano come previsto’
In quella cronometro d’apertura del Tour de France Contador arrivò secondo, dietro a Cancellara, e si prese così una virtuale leadership in seno alla Astana visto anche il modesto decimo posto di Armstrong. La guerra psicologica dell’americano e di Bruyneel divenne via via più pressante, ma senza riuscire a raggiungere l’obiettivo di destabilizzare Contador. Lo spagnolo ha ricordato la tappa di La Grande Motte, quando il gruppo si spezzò nel finale a causa del vento. “Lance era nel primo gruppo, io rimasi nel secondo.
I compagni che erano con lui continuarono a tirare, mentre il leader sarei dovuto essere io. Persi quaranta secondi e all’arrivo mio fratello dovette calmarmi. Ora era lui il leader virtuale” ha ricordato Contador, che confidava nelle tappe di montagna per ribaltare la situazione a suo favore.
Alla vigilia del tappone di Andorra arrivò però l’ordine di Bruyneel di andare tranquillamente e di non attaccare, una strategia volta a salvaguardare Armstrong. “Avevo aspettato tanto di arrivare alle salite e dovevo stare fermo. Cadel Evans però dette fuoco alla miccia e poco dopo anche Van der Broeck attaccò. Ho pensato che era la mia occasione e ho attaccato. Li ho superati e sono arrivato da solo.
Ero di nuovo il primo della squadra in classifica generale, ma la tensione sul bus era altissima” ha dichiarato Contador, che fu preso da parte da Armstrong con fare minaccioso.
“Bruyneel mi disse che le cose non stavano andando come previsto e ha chiesto se qualcuno avesse qualcosa da dire. Armstrong disse che non avevo rispettato la tattica e gli risposi che se voleva rispetto doveva prima darlo lui, invece mi aveva abbandonato fin dall’inizio dell’anno come il resto della squadra. Nessuno parlò più, finchè rimanemmo soli io e lui. Mi portò sul retro del bus, uno spazio che era diventato solo suo dal suo ritorno, e mi disse in spagnolo “no me jodas” (non prendermi in giro)” ha raccontato ancora il due volte vincitore del Tour, che però non si fece intimidire dai modi intimidatori del compagno – rivale.
“Mi ha attaccato su Twitter per tutto l’anno, se pensava che quelle cose mi avrebbero turbato si sbagliava. Ogni volta che diceva qualcosa mi motivava di più” ha commentato Contador, che vinse quel turbolento Tour de France con largo vantaggio, conquistando due tappe e la maglia gialla parigina davanti a Andy Schleck e Armstrong, poi cancellato dall’ordine d’arrivo per le note vicende di doping.