I dipendenti della Ferrari attraverso il prelievo del sangue potranno scoprire in poche ore se sono affetti da Coronavirus oppure se l'hanno già contratto in passato sviluppando anticorpi. In attesa della riapertura della produzione, il Cavallino si prepara a riaccendere i motori con lo slogan "Torna in pista", progetto sanitario pilota messo a punto in collaborazione con un pool di virologi ed esperti, tra cui il professor Roberto Burioni.

Coronavirus, alla Ferrari test del sangue ai dipendenti

Il piano è strutturato in diverse fasi. Innanzitutto ci sarà lo screening dei dipendenti, su base volontaria, con esami del sangue mirati e verificarne lo stato di salute; quindi la possibilità, in caso di positività, di una copertura assicurativa specifica oltre ad un alloggio adatto all'auto-isolamento per chi non avesse un'abitazione idonea a consentire una separazione tra i componenti familiari, con assistenza medica a domicilio e supporto di materiale sanitaria come ossigeno e medicinali.

Infine l'opportunità per ogni dipendente di servirsi di un App per avere supporto medico sanitario in tempo reale nel monitoraggio del virus. In questo senso l'azienda di Maranello, tramite un comunicato, specifica che "il mantenimento dello stato di salute della popolazione che aderisce al progetto sarà supportato dal tracciamento dei contatti delle singole utenze grazie all'applicazione, nel rispetto della privacy individuale grazie a una sua gestione esterna ed estranea alla Ferrari".

Cosa succede in caso di positività?

In caso di positività al coronavirus, l'applicazione consentirà una mappatura dei contatti recenti lanciando un'allerta tra i vari utenti. Ad occuparsi dei test sierologici (esami del sangue) è Lifebrain, il più grande network italiano di analisi medica con oltre trecento tra laboratori e centri prelievo, distribuiti in sedici regioni.

L'obiettivo è "riavviare la produzione salvaguardando la salute dei lavoratori". La squadra del Cavallino potrà anche contare su migliaia di test (all'inizio solo i quattromila dipendenti, poi in una successiva fase anche i rispettivi familiari e i fornitori che frequentano i luoghi di lavoro) e sul supporto di un team dedicato di circa 40 persone tra operatori sanitari e personale di backoffice.

Coronavirus, i controlli sono iniziati giovedì

I controlli sul coronavirus sono cominciati giovedì e hanno già riguardato circa 300 dipendenti che, a seguito dell'invito, si sono presentati all'apposito punto medico allestito in azienda. L'esame viene proposto su base volontaria. "I dati sono trattati nel pieno rispetto della legge sulla privacy", precisano dalla Ferrari, aggiungendo che "la analisi sierologica è uno strumento fondamentale nella lotta al Covid-19: si pone l'obiettivo di indicare se è in atto un'infezione acuta oppure se l'organismo è venuto a contatto con il virus nel passato.

Nel caso di esito positivo, verrà effettuata una analisi molecolare con il tampone". I test andranno avanti anche nei prossimi giorni in attesa della riapertura. La Ferrari, in queste settimane di chiusura, ha regolarmente retribuito i dipendenti che lavorano in produzione (2.170 sui 4mila totali), come se fossero al lavoro, senza l'utilizzo di giorni di ferie, di malattia o di cassa integrazione.