Sulla cima di una delle montagne simbolo del Giro d’Italia, lo Zoncolan, a festeggiare è la squadra ultima arrivata nel grande Ciclismo, la Eolo Kometa. Il team di Alberto Contador e Ivan Basso, grandi protagonisti delle scalate allo Zoncolan dello scorso decennio, si è preso una soddisfazione enorme grazie a Lorenzo Fortunato, 25enne bolognese che già sugli altri arrivi in salita di questo Giro aveva fatto vedere buone cose.
Grazie a una fuga da lontano, Fortunato ha iniziato la salita finale con un vantaggio cospicuo, riuscendo poi ad avere ragione dei compagni d’avventura, tra cui due corridori di grande spessore come Mollema e Bennett. Tra i big la corsa è esplosa negli ultimi 3 km grazie ad un redivivo Simon Yates. Egan Bernal ha però risposto da campione e nel finale ha staccato il britannico rafforzando la sua maglia rosa.
Giro, fuga ad undici nel giorno dello Zoncolan
Con la tappa numero quattordici il Giro d’Italia ha cambiato decisamente scenario. Da oggi il gruppo ha cominciato il confronto con le grandi montagne, entrando così nella parte veramente decisiva della corsa.
La tappa ha proposto l’arrivo sul Monte Zoncolan, ma non dalla strada classica di Ovaro. È stato invece affrontato il versante di Sutrio, proposto una sola volta in passato nell’edizione 2003, quando a vincere fu Gilberto Simoni.
La corsa è partita con una fuga di undici corridori: Bauke Mollema, Nelson Oliveira, Jan Tratnik, George Bennett, Jacopo Mosca, Lorenzo Fortunato, Remy Rochas, Edoardo Affini, Vincenzo Albanese, Alessandro Covi e Andrii Ponomar. I fuggitivi hanno guadagnato sette minuti sul gruppo, finchè la Astana ha aumentato l’andatura per tenere aperte le possibilità di vittoria per il suo leader Vlasov. La corsa ha poi avuto un sussulto scendendo dalla Forcella di Monte Rest, unica vera difficoltà prima dello Zoncolan, quando il gruppo si è spezzato in più parti sotto l’impulso della Astana.
Bernal si è fatto trovare pronto nelle posizioni di testa, mentre altri uomini di classifica sono stati costretti ad un inseguimento coronato dopo qualche chilometro. Evenepoel ha confermato ancora una volta di non essere particolarmente abile in discesa. Il belga è rimasto molto indietro e la sua squadra ha dovuto faticare non poco per riportarlo nel gruppo con gli altri uomini di classifica.
Primo squillo di Yates, ma Bernal è il più forte
I fuggitivi sono arrivati ai piedi dello Zoncolan con sei minuti di vantaggio sul gruppo, con la Ineos di Bernal che ha preso il posto della Astana nelle posizioni di testa. In testa Jan Tratnik se ne è andato da solo nella fase iniziale della salita, quella più facile, e su di lui è poi rientrato Lorenzo Fortunato.
I più esperti e quotati Bennett e Mollema sono sembrati rimanere in attesa della parte più ripida, ma hanno poi dimostrato di non avere le energie per competere per il successo.
La Ineos ha ruotato tutti i suoi uomini per aumentare il ritmo in testa al gruppo fino agli ultimi tre chilometri, il tratto davvero impegnativo con una pendenza media del 13% e punte oltre il 20%. A rompere l’equilibrio è stato però uno scatto di Simon Yates, che dopo una prima parte di Giro tutta sulla difensiva è passato per la prima volta all’attacco. Solo Egan Bernal è riuscito a seguire il cambio di ritmo del britannico, con tutti gli altri sparpagliati sulle rampe micidiali dello Zoncolan. In testa Fortunato è riuscito a scrollarsi di dosso Tratnik, mentre tutti gli altri fuggitivi non sono più riusciti a recuperare.
Il ragazzo della Eolo Kometa ha lottato al limite delle sue forze sulle ultime rampe della salita, ma è riuscito a coronare il suo sogno regalando alla Eolo Kometa di Contador e Basso un successo da incorniciare.
Bernal ha lasciato sfogare Yates per poi attaccarlo e lasciarlo sul posto nelle battute finali, confermando una volta ancora di essere il più forte in questo Giro d’Italia. La maglia rosa ha chiuso a 1‘43’’ dal vincitore, con Yates a 1’54’’. Molto bene si è difeso Caruso, a 2’22’’, appena davanti a Ciccone, Dan Martin, Buchmann e Carthy. Più in difficoltà è apparso Vlasov, che non ha concretizzato il dispendioso lavoro della sua squadra arrivando con 2’5’’ di ritardo e perdendo così il posto sul podio provvisorio.
Ha confermato il trend negativo Remco Evenepoel, che dopo una prima parte di Giro scintillante sta pagando la lunga inattività e l’inesperienza. Il belga ha chiuso a 3’13’’ dopo una corsa di grande sofferenza. Nibali invece si è fatto da parte a metà salita, ha concluso a 12 minuti e da qui in poi dovrà interpretare il suo Giro senza più propositi di classifica.
La nuova situazione nella generale vede Egan Bernal sempre più saldo in maglia rosa, con Simon Yates che si affaccia sul podio a 1’33’’ ponendosi come unico possibile avversario per il colombiano nella settimana conclusiva del Giro d’Italia. Molto bene Caruso, che con una corsa solida ha conservato la terza piazza davanti a Vlasov e Carthy.