È stata battaglia dall’inizio alla fine nella nona tappa del Giro d’Italia, quella che ha portato i corridori da Castel di Sangro a Campo Felice. Su un percorso tipicamente appenninico, con tante salite in successione e un finale sullo sterrato, Egan Bernal ha preso il comando della corsa. Dopo una serie incessante di tentativi di fuga, che hanno contrassegnato tutta la giornata, i big sono rientrati sulla testa della corsa nelle battute conclusive, dove Bernal ha impresso un’accelerata da campione costringendo alla resa tutti gli avversari. Lo scalatore colombiano è andato a vincere davanti a un convincente Ciccone, con Vlasov ed Evenepoel appena più dietro.
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Giro, una tappa a tutta velocità
La nona tappa del Giro d’Italia ha regalato grande spettacolo, azione continua e brividi. Il percorso sull’Appennino abruzzese, ricco di salite ma senza grandi pendenze, sembrava promesso a una fuga da lontano e a un breve faccia a faccia tra i big solo nelle ultime centinaia di metri sullo sterrato in prossimità del traguardo di Campo Felice. Il gruppo, però, non ha mai lasciato prendere spazio ai tanti tentativi di fuga che si sono susseguiti. Subito dopo il via sono iniziati gli scatti e dopo qualche chilometro si è formata al comando una folta fuga con una ventina di corridori, tra cui Damiano Caruso, distante solo 39’’ in classifica dalla maglia rosa.
Il gruppo ha rincorso con insistenza questi attaccanti, andando ad annullare il tentativo dopo la salita di Passo Godi, grazie al forcing della UAE. In questa fase iniziale si è verificata anche una terribile caduta di Mohorič, che era all’attacco con Caruso. Lo sloveno ha perso il controllo della bicicletta in discesa ed è stato catapultato in avanti picchiando la testa sull’asfalto.
Mohorič è stato costretto al ritiro, ma fortunatamente le prime notizie sulle sue condizioni di salute sono state molto rassicuranti.
Moscon lancia Bernal verso la maglia rosa
La corsa è continuata ad altissimo ritmo anche nelle fasi centrali, con un’altra raffica di scatti da cui è scaturita una nuova fuga formata da sedici uomini, tra cui Ulissi, Fabbro, Visconti, Mollema, Gallopin, Bennett, Bouchard, Carr e Guerreiro.
La Groupama della maglia rosa Valter ha preso la testa del gruppo, lasciando circa tre minuti ai fuggitivi, ma la relativa calma è durata ben poco. Sull’ascesa verso Ovindoli la Ineos ha cominciato ad accelerare di nuovo il ritmo del gruppo e questo ha spronato i fuggitivi alla battaglia. Al Gpm di Ovindoli sono passati in testa Simon Carr e Geoffrey Bouchard, con gli ex compagni di fuga sparpagliati all’inseguimento. I due battistrada hanno approcciato la salita conclusiva verso Campo Felice con ancora un paio di minuti di margine, ma la Ineos ha di nuovo aumentato l’andatura in testa al gruppo che si è fatto via via sempre più ridotto.
Bouchard è rimasto da solo al comando, ma la sua azione si è sempre più spenta e il francese si è visto raggiungere da Koen Bouwman.
Il finale del gruppo è stato però pirotecnico ed ha rimesso tutto in gioco. Nell’ultimo chilometro e mezzo, il più difficile per le pendenze e per il fondo sterrato, Gianni Moscon ha dato un’accelerata micidiale per preparare l’affondo di Egan Bernal, che è puntualmente arrivato.
Lo scalatore colombiano ha piazzato una stoccata da campione, costringendo alla resa tutti gli avversari, anche se Giulio Ciccone lo ha impegnato fino al limite. Bernal ha superato a doppia velocità Bouwman e Bouchard a 400 metri dall’arrivo e con un finale capolavoro è andato a vincere e a prendersi la sua prima maglia rosa. Ciccone ha chiuso a 7’’, con Vlasov a ruota ed Evenepoel a 10’’. Il giovane belga è sembrato in difficoltà nel finale, ma ha reagito e contenuto alla grande i danni.
Con lui è arrivato anche Dan Martin, con un convincente Caruso appena dietro.
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Attila Valter è stato invece costretto a cedere quando sono entrati in scena i campioni ed ha lasciato la sua maglia rosa a Bernal. Il colombiano della Ineos guida ora con 155’ su Evenepoel, 21’’ su Vlasov e 36’’ su un Ciccone che finora sta dimostrando di aver fatto un salto di qualità importante per il livello e la continuità delle sue prestazioni. Yates anche oggi è rimasto sulla difensiva, arrivando in leggero ritardo, e ora in classifica è a 55’’. Nibali, staccato nel finale, è a 2’12’’.
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