Anche con una maglia gialla che appare già assegnata, il Tour de France ha regalato un’altra giornata di grande Ciclismo in questa tappa numero undici che ha portato i corridori all’inedita doppia scalata del Mont Ventoux. A trionfare è stato Wout Van Aert, che ha così riscattato una prima parte di Tour davvero complicata per la Jumbo Visma. Il Campione del Belgio ha cercato con insistenza la fuga da lontano e ha poi staccato sul Ventoux un lotto di compagni d’avventura di grande qualità, tra cui Alaphilippe e Mollema.

Nel gruppo degli uomini di classifica è stato Vingegaard il più attivo sul Ventoux: il giovane danese ha fatto passare a Pogaĉar il primo momento di leggera difficoltà di questo Tour finora dominato, ma il campione sloveno ha poi recuperato in discesa insieme a Carapaz e Uran, ora secondo in classifica.

Tour, la Ineos in testa al gruppo

L’undicesima tappa del Tour de France era una delle più attese alla vigilia della corsa presentando il Mont Ventoux, una delle salite leggendarie del grande ciclismo. La montagna provenzale ha proposto un’inedita doppia scalata, da due versanti diversi. L’avvio è stato anche oggi molto intenso, con tanti corridori che hanno provato a lanciarsi in fuga.

Nelle fasi iniziali si sono susseguiti gli attacchi, con diversi gruppetti che poi si sono riuniti in testa alla corsa. tra i battistrada, una quindicina, si sono inseriti anche Julian Alaphilippe, Wout Van Aert, Bauke Mollema, Daniel Martin, Greg Van Avermaet, Kenny Elissonde e Pierre Rolland.

Un po’ a sorpresa è stata la Ineos a prendere la guida del gruppo e non la UAE della maglia gialla Pogaĉar. La squadra britannica ha fatto lavorare tutti i suoi gregari per cercare di riportare Richard Carapaz almeno in zona podio e dare un senso a questo Tour finora così negativo. La fuga si è selezionata sulla prima scalata al Ventoux, dove nel gruppo si è segnalata la crisi di David Gaudu, che ha così detto addio alla sua posizione nella top ten della classifica generale.

Vingegaard all’attacco sul Ventoux

Dopo la velocissima discesa su Malaucene la corsa è tornata alla base della più classica scalata al Ventoux, quella di Bedoin. Tra i fuggitivi la selezione è stata subito netta, complici le pendenze decisamente più arcigne di questo versante. Elissonde è stato il primo ad attaccare, ma ben presto Wout van Aert ha dimostrato di essere di un’altra categoria rispetto ai compagni d’avventura. Anche Alaphilippe ha dovuto cedere al passo incisivo e regolare del Campione del Belgio, che ha superato e staccato Elissonde e si è involato verso la vetta del Ventoux.

In gruppo la Ineos ha continuato a lavorare con un eccellente Kwiatkowski, riuscendo a mettere alle corde O’Connor, secondo in classifica generale dopo la fuga di Tignes e staccato nella fase centrale della salita.

Una volta arrivati nella pietraia, la parte più iconica e leggendaria del Ventoux, la Ineos ha concluso il lavoro ai fianchi, ma Carapaz non è riuscito a passare all’offensiva. È stato invece Jonas Vingegaard, il nome nuovo di questo Tour de France, a scattare con grande brillantezza. Al danese della Jumbo Visma ha replicato il solo Tadej Pogaĉar, ma anche la maglia gialla ha poi sorprendentemente perso terreno.

Con Van Aert ormai già imprendibile verso il successo di tappa a Malaucene, Vingegaard ha scollinato il Mont Ventoux con una trentina di secondi di margine su Pogaĉar, Uran e Carapaz. La lunga e veloce discesa ha però permesso un facile ricompattamento, con Vingegaard raggiunto dai tre inseguitori.

Anche Lutsenko e Kelderman hanno recuperato nella picchiata verso Malaucene, chiudendo con solo una manciata di secondi di ritardo, mentre più pesante è stato il passivo di Enric Mas, rimasto solo e arrivato a 1’24’’ dalla maglia gialla. O’Connor ha perso 4’ e il suo posto sul podio virtuale, ma dimostrando di avere il passo per inserirsi nella top ten finale.

La nuova classifica vede Tadej Pogaĉar sempre saldissimo in maglia gialla, con Uran e Vingegaard sul podio virtuale, e con Carapaz appena dietro.