Uno degli osservati speciali del ciclismo italiano in questo avvio della stagione 2024 è senz'altro Gianni Moscon. Il corridore trentino, grande talento che si è espresso a corrente alternata, è reduce da un'esperienza fallimentare alla Astana. Nei due anni trascorsi alla squadra kazaka, Moscon ha inanellato risultati deludenti e ritiri in serie, senza mai dare un segno di presenza nel vivo delle corse. L'ex tricolore ha ora ritrovato fiducia nella sua nuova squadra, la Soudal Quickstep, e si è buttato alle spalle le tante critiche e accuse incassate negli anni scorsi.

"A volte non sentivo più il rispetto, la gente diceva che non avevo voglia di allenarmi o cose del genere, e non era vero" si è sfogato Moscon in un'intervista rilasciata a Indeleiderstrui.

Ciclismo, il Covid e una frattura alla clavicola per Moscon

Moscon ha raccontato che nei due anni passati alla Astana è stato bersagliato dalla sfortuna e che la squadra non gli ha permesso di recuperare con calma dai problemi avuti, chiedendogli di riprendere a correre sempre troppo presto. Nel 2022, appena arrivato con la speranza di trovare finalmente un ruolo da leader, il trentino ha contratto il covid e si è trascinato i postumi dell'infezione per molti mesi. "Mi sono preparato per le prime classiche di fine febbraio.

poi non ho perso neanche una classica, ma non mi sentivo bene, ed ogni volta era un ritiro. Poi sono passato direttamente al ritiro in altura, al Giro di Svizzera e al Tour, ma alla fine ero completamente esausto" ha raccontato Moscon, che non ha avuto maggior fortuna nel 2023, iniziato con una frattura alla clavicola nella corsa d'esordio, il Tour Down Under.

"Ho dovuto ricominciare a correre dopo due settimane, non ho avuto il tempo di rimettermi in forma" ha spiegato Gianni Moscon, che nonostante le evidenti difficoltà è stato portato dalla Astana sia al Giro d'Italia che al Tour de France. I risultati sono stati fallimentari. Il trentino è rimasto sempre nelle retrovie della corsa, a volte faticando per rimanere agganciato all'ultimo gruppetto di ritardatari.

'Non ho mai pensato al ciclismo come ad un sacrificio'

"Gli ultimi due anni sono stati molto brutti”, ha continuato nel suo sfogo Moscon. "Amo il Ciclismo, ma ero abituato a competere in prima linea, a lottare per la vittoria o a lavorare per i compagni di squadra nelle grandi corse. A volte non ho sentito il rispetto, durante quelle corse facevo la figura dell'idiota. E poi la gente ha cominciato anche a dire che ero pigro, che non avevo voglia di allenarmi e cose del genere. Non era vero! È molto più facile essere un corridore quando vinci che quando sei in difficoltà. Non ho mai pensato che il ciclismo fosse per me un sacrificio, mai. Non è stato così fino agli ultimi due anni, perché non ho ottenuto nulla in cambio dei miei sacrifici" ha dichiarato Gianni Moscon, che ha criticato la sua ex squadra per non avergli mai dato il tempo di riprendersi con calma e gradualità dopo i problemi di salute avuti.

"La mia opinione è: devi correre quando sei in forma, altrimenti non ha senso e le cose potranno solo peggiorare. Ho provato a spiegarlo ai tecnici ma non è stato compreso" ha confidato il corridore della Val di Non.

Il presente di Moscon

Aspettando i riscontri della strada, Moscon sta ritrovando almeno la giusta fiducia e motivazione nella sua nuova squadra, la Soudal Quickstep. "Quando sono arrivato in squadra non avevo né morale né fiducia in me stesso. Quando sono entrato nel team per la prima volta, a metà novembre, è stato subito diverso. Ogni persona con cui ho parlato aveva più fiducia in me di quanto ne avessi io stesso" ha dichiarato Moscon atteso adesso a dare le giuste conferme su strada.