Il sodalizio tra la Ineos Grenadiers e Tom Pidcock sembrava fino a poco tempo fa uno dei più solidi del ciclismo professionistico. In un periodo in cui le grandi vittorie dell'era Froome sono un ricordo, la squadra britannica ha in Pidcock uno dei suoi uomini da copertina. Il 25enne di Leeds ha dimostrato di avere le capacità per spaziare dalla strada alla mountain bike e al ciclocross, ma non è riuscito a fare quel definitivo salto di qualità che ci si aspettava.

Grazie al talento poliedrico, alle doti comunicative e al fatto di essere uno dei campioni di riferimento della nuova generazione del Ciclismo britannico, la Ineos gli ha fatto firmare un lungo e ricco contratto, ma ora il rapporto sarebbe ai minimi termini. Pidcock si è lamentato apertamente della squadra in alcune interviste rilasciate nelle scorse settimane, e anche gli ex corridori Bobbie Traksel e Thijs Van Amerongen hanno confidato in un podcast di Eurosport che la Ineos potrebbe lasciarlo libero. Traksel ha raccontato che Pidcock si è rivelato troppo individualista per il modo di lavorare che c'è in Ineos.

"Al Tour de France, la prima cosa che ha detto è che non avrebbe aiutato nessuno", ha dichiarato Traksel.

Traksel: 'La Ineos è contenta di lasciarlo andare'

Secondo l'ex corridore belga, ed ora opinionista, Bobbie Traksel, è molto probabile che il contratto tra Pidcock e la Ineos venga rotto prima della scadenza naturale, fissata per la fine della stagione 2027. Viste le difficoltà interne e il pesante ingaggio, la Ineos non si opporrebbe allo scioglimento del contratto del corridore, che ha già ricevuto l'interesse di altre formazioni. Pidcock è legato da tempo alla RedBull con una sponsorizzazione personale e l'ingresso dell'azienda austriaca alla guida della Bora hansgrohe sembrava un chiaro messaggio per il futuro del corridore.

Traksel ha però confermato che su Pidcock si è mossa anche la Q36.5, squadra svizzera di categoria Professional che vuole iniziare la scalata verso i vertici del grande ciclismo.

"La Q36.5 è finanziata da un uomo molto ricco che ha fatto fortuna con le miniere. Hanno una strategia diversa rispetto alla Israel. Loro vogliono crescere passo dopo passo, ma ora sono molto attivi sul mercato dei trasferimenti", ha rivelato Traksel. "Penso che la Ineos sarebbe contenta di lasciarlo andare. Al Tour de France, la prima cosa che ha detto è che non avrebbe aiutato nessuno, ma che avrebbe pensato solo alle sue cose", ha aggiunto Traksel, spiegando che l'opzione Redbull è comunque ancora possibile per Pidcock.

'Nel ciclismo su strada non ha fatto passi avanti'

Sull'argomento è intervenuto anche l'ex campione di ciclocross Thijs Van Amerongen, che ha messo in dubbio il modo in cui la Ineos ha gestito Pidcock in questi anni. "Non credo che ci sia una visione dietro al suo programma di corse. L'attività in mountain bike è andata bene, ma nel ciclismo su strada non ha fatto nessun passo avanti. Il suo programma è vago e va in tutte le direzioni" ha commentato Van Amerongen.

"All'inizio della stagione aveva obiettivi di classifica generale, ma penso che stia facendo un po' quello che gli pare e che vada in tutte le direzioni. Decide dove andrà a correre e quali sono i suoi obiettivi", ha continuato Van Amerongen, che però non ritiene così scontata la rottura tra il corridore e la Ineos. "Se vuole migliorare, cambiare squadra non sarebbe una brutta idea, ma non so se la Q36.5 sia una scelta giusta e se la Ineos vuole davvero lasciarlo andare", ha commentato l'ex corridore.