La stagione 2024 passerà alla storia del ciclismo come l'anno magico di Tadej Pogacar, ma anche come quella di un ulteriore e deciso salto in avanti nelle prestazioni generali del gruppo. Il fenomeno sloveno ha dominato quasi tutte le corse a cui ha partecipato con lunghe fughe e una superiorità quasi imbarazzante per gli avversari, stabilendo anche nuovi record di scalata sulle montagne più leggendarie del Ciclismo. Questo strapotere incontrastato ha suscitato ammirazione, ma anche qualche dubbio, pur senza nessuna prova, sulla genuinità delle prestazioni raggiunte.

In un'intervista rilasciata al giornale La Dèpeche du Midi, il direttore del Tour de France Christian Prudhomme ha ricordato il lavoro che è stato fatto nella lotta al doping, ma anche ammesso che "le domande sulla credibilità del ciclismo non sono illegittime".

'Ai Mondiali pensavo ci sarebbe stato un altro giro tranquillo'

Nell'intervista, Prudhomme ha raccontato di essere stato tra i tanti appassionati di ciclismo che sono rimasti allibiti davanti all'esibizione di Tadej Pogacar ai Mondiali di Zurigo. Il campione sloveno ha vinto il titolo attaccando già ad un centinaio di chilometri dall'arrivo, un'impresa mai vista se non agli albori della storia iridata, in un ciclismo e un mondo completamente diversi.

Prudhomme ha spiegato di essersi piazzato davanti alla televisione per godersi il Mondiale, ma di essersi assentato brevemente convinto che la corsa sarebbe entrata nel vivo in una fase successiva.

"Ero andato sulla terrazza al piano di sopra per prendere un caffè. Pensavo che a cento chilometri dall'arrivo ci sarebbe stato ancora almeno un altro giro tranquillo.

Dopo qualche minuto sono tornato e ho visto quella maglia verde da sola. Ho chiesto a mia figlia: ma ha attaccato Pogacar? E lei mi ha detto di si, che aveva attaccato" ha raccontato Prudhomme.

Prudhomme: 'Oggi abbiamo controlli indipendenti'

La straordinaria dimostrazione di forza dei Mondiali è stata solo l'ultima e più eclatante impresa di una stagione in cui Pogacar non ha trovato avversari in grado di contrastarlo.

Questa incredibile superiorità e la facilità con cui ha mietuto vittorie su vittorie, ha suscitato qualche dubbio. Nonostante i continui controlli che non hanno mai rilevato nulla di illecito, sia al Tour che in altre corse non sono mai mancate le domande sul doping nelle tante interviste e conferenze stampa tenute da Pogacar. Prudhomme ha spiegato di comprendere i dubbi sulle prestazioni raggiunte da Pogacar, ma anche dagli altri campioni del ciclismo moderno.

"Visto il passato del ciclismo, la domanda sulla credibilità non è illegittima. Non ho una risposta, vedo che ha delle prestazioni impressionanti in tutte le corse. Ci sono i controlli. Noi di ASO abbiamo lottato per avere delle agenzie indipendenti che gestiscano i controlli, oggi è il caso con ITA, la International Testing Agency" ha commentato Prudhomme.