"Lo dico senza troppi giri di parole: se Arcelor Mittal ha deciso di andarsene se ne andasse e la finiamo qui. Troveremo il modo di farla andare via, rispettando le clausole d'uscita dei contratti firmati."

Queste le parole del ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ai microfoni di Radio Anch'io, a proposito del piano industriale che la multinazionale franco-indiana presenterà questa sera.

"Noi ci aspettiamo un piano industriale che rispetti gli accordi presi a marzo - continua Patuanelli - ma diamo ormai per scontato che arriverà un piano che non sarà assolutamente in linea con quanto stabilito a marzo e con quello che si aspetta il Governo".

Il Ministro, pur comprendendo la crisi dell'acciaio a livello globale, stigmatizza i tagli sul personale operati da Arcelor Mittal, ritenendoli inaccettabili.

Arcelor Mittal chiede la cassa integrazione per l'intero organico

Nella giornata di ieri 4 giugno, infatti, i sindacati hanno ricevuto una lettera da parte della multinazionale dell'acciaio, in cui si prospetta la necessità di ricorrere alla cassa integrazione per 8157 dipendenti, quindi per l'intero personale (escludendo la dirigenza), a partire dal prossimo 6 luglio e per un periodo di 9 settimane.

L'azienda ha tentato di giustificare l'ennesimo ricorso agli ammortizzatori sociali tirando in ballo l'emergenza epidemiologica derivata dal Covid-19, i cui effetti "si fanno ancora sentire in termini di calo delle commesse e ritiro degli ordini prodotti sul territorio nazionale e internazionale", causando una riduzione dell'attività produttiva".

Dura la replica dei sindacati, che chiedono "certezza e sicurezza per i lavoratori e il territorio" e invocano a gran voce l'intervento dello Stato.

Rinviata l'ispezione degli impianti da parte dei commissari straordinari e dei tecnici

Lo scorso 1 giugno una équipe composta dai commissari straordinari e da tecnici specializzati si è recata presso lo stabilimento siderurgico tarantino, al fine di verificare lo stato degli impianti e il prosieguo dei lavori di adeguamento degli stessi in base alle direttive dell'Aia.

La visita, chiesta a gran voce dai sindacalisti sulla base di numerose segnalazioni da parte degli operai, era stata disposta dal Prefetto di Taranto e annunciata con un preavviso di 5 giorni, come stabilito da contratto.

Tuttavia, l'azienda ha impedito di fatto l'ingresso di tecnici e commissari, adducendo come motivazione la mancanza di personale negli uffici amministrativi e ritenendo successivamente troppo numerosa la delegazione giunta in visita, in base alle recenti disposizioni in materia di sicurezza sanitaria.

L'ispezione, pertanto, si terrà nelle giornate dell'8, 9 e 10 giugno.

Patuanelli: 'Lo Stato deve sostenere la filiera produttiva'

Alle domande circa un eventuale futuro della fabbrica tarantina senza Arcelor Mittal il ministro Patuanelli ha risposto sostenendo l'importanza di non ragionare più sulla singola crisi aziendale ma sull'intera filiera dell'acciaio, che necessita di un piano strategico. "Credo che in questa fase l'ingresso dello Stato sia inevitabile" ha continuato Patuanelli, precisando che tale intervento non mira "ad entrare nei Cda dei privati bensì a sostenere le filiere".

Il governo sembra quindi pronto ad un piano alternativo ad Arcelor Mittal, nell'eventualità (sempre meno incerta) che la multinazionale decida di abbandonare definitivamente gli impianti tarantini.