Il professor Patrizio Bianchi è il ministro dell'Istruzione del nuovo governo guidato da Mario Draghi.

Un incarico giunto a coronamento di un percorso formativo e professionale di altissimo livello: nato a Copparo, in provincia di Ferrara, nel 1952, Bianchi si è laureato con lode in Scienze Politiche a Bologna, perfezionando poi gli studi presso la London School of Economics.

Ha poi intrapreso la carriera universitaria, ricoprendo il ruolo di ricercatore a Trento e Udine, giungendo poi alla nomina di professore ordinario di Politica Economica all'università Alma Mater di Bologna, fino a ricoprire l'incarico di rettore dell'università di Ferrara dal 2004 al 2010.

Attualmente insegna Economia all'università di Ferrara, ove ricopre anche la cattedra Unesco in Educazione, crescita ed uguaglianza. Durante l'incarico di assessore regionale all'istruzione in Emilia Romagna, ha dovuto fronteggiare la difficile opera di ricostruzione delle scuole, seguita al sisma del 2012, affrontando problematiche di carattere progettuale e organizzativo. Un'esperienza forte, che gli ha trasmesso la necessità di non trascurare la sicurezza della Scuola, intesa come edificio e come comunità da preservare.

Nel suo programma lotta alla dispersione scolastica, sicurezza e assunzioni

Recentemente Bianchi ha coordinato la task force di esperti che si è occupata della riapertura in sicurezza delle scuole a settembre; l'ingente dossier che ne è scaturito è parzialmente confluito nel libro "Nello specchio della scuola", scritto proprio dal neo ministro dell'istruzione.

Secondo le prime dichiarazioni Bianchi mostra di avere e idee molto chiare: secondo lui l'Italia deve investire in modo massiccio nel campo dell'istruzione ed è necessaria una pianificazione che distribuisca le risorse senza disperderle.

"Il punto principale per il rilancio della scuola è ripristinare l'idea che la scuola è il perno dello sviluppo, non solo del singolo ragazzo ma dell'intero Paese, perché fornisce le competenze e le capacità per essere buoni cittadini", ha dichiarato Bianchi, aggiungendo che il sud Italia ha un tasso di dispersione scolastica di due volte maggiore del resto dell'Europa; la povertà educativa che ne deriva dipende, secondo il ministro, da un problema di capacità educativa dell'intero Paese.

Un altro punto centrale del programma di Bianchi, accanto alla sicurezza e alla lotta contro la dispersione scolastica, riguarderà il personale scolastico; il neo ministro ha annunciato l'assunzione di 120.000 docenti, che saranno reclutati portando a termine i concorsi già iniziati, e dovrà affrontare il problema del precariato e delle cattedre vuote.

Insomma, una serie di sfide importanti, che il professor Bianchi ha intenzione di affrontare con determinazione e lasciandosi guidare da un obiettivo: "La scuola torni ad essere nel cuore di tutti, specie di chi non va a scuola".