Via l'Imu, ecco la Iuc. L'inizio del 2014 ha segnato una rivoluzione nell'ambito della tassazione, in particolare sulla prima casa.
Per l'abitazione principale è ormai realtà l'abolizione della tanto discussa Imu, ed è stato archiviato da pochi giorni anche il capitolo residuo della mini Imu, che aveva scadenza il 24 gennaio. Analogo discorso per la Tares, la cui ultima rata è scaduta anch'essa venerdì scorso.
La nuova regolamentazione prevede che i tributi relativi alla casa siano riuniti ora sotto il cappello della Iuc, l'Imposta Unica Comunale, introdotta dal governo Letta nella legge di stabilità 2014.
Essa ingloba le tasse per il possesso della casa e per la fruizione di servizi, e prevede tre voci: Imu, Tasi - tassa sui servizi comunali indivisibili e Tari - tariffa per la produzione di rifiuti.
Tasse sulla casa: focus sulla Tari
La Tari, come accennato, è la parte di Iuc che va a coprire il servizio di raccolta dei rifiuti. Il pagamento spetta a chiunque occupi o conduca locali, indipendentemente all'uso a cui essi sono adibiti. I Comuni hanno la possibilità di decretare eventuali riduzioni tariffarie, ad esempio nel caso di abitazioni con unico occupante o fabbricati rurali a uso abitativo.
Focalizzandoci in particolare sulla Tari, da segnalare un'analisi di Confcommercio che riporta dati preoccupanti: la nuova tassa sui rifiuti comporterà un vero e proprio salasso per le imprese dei servizi e del terziario di mercato.
Lo studio ha preso in esame le maggiorazioni tariffarie su un campione di sei grandi regioni: Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia. Il risultato? Con la Tari, l'incremento medio dei costi è pari al 302%. Per alcune categorie di esercizi, inoltre, gli aumenti risultano essere ancora più salati: è il caso dei negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante, per i quali i rincari arrivano addirittura a +627%, delle discoteche (+568%), dei ristoranti e delle pizzerie (+548%).
Tari, un salasso: il commento di Confcommercio
Per Confcommercio si tratta di "incrementi ingiustificati, che trovano peraltro riscontro anche nel dato medio nazionale, e che derivano essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta". L'avvento della Iuc, e della quota relativa ai rifiuti Tari, porta secondo l'associazione "una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese, che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo affinchè rifletta la reale produzione di rifiuti".
In che modo può essere modificato il sistema? "Ridefinendo con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo e distinguendo tra le utenze domestiche e quelle non domestiche".
Dibattito incandescente, quindi, sulla tassazione relativa ai rifiuti, che negli ultimi anni ha cambiato più volte nome ma in merito alla quale non cessano le polemiche.