Capitolo particolarmente ricco quello dedicato alle detrazioni IRPEF 2014 dalla Legge di stabilità e dagli ultimi provvedimenti del governo Letta: stando a quanto riportato dalla stessa legge infatti, le detrazioni IRPEF 2014 avrebbero dovuto subire un taglio lineare scendendo dall’attuale 19% al 18% nel 2014 e al 17% nel 2015. L’intervento dell’esecutivo Letta ha però cambiato tutto, optando per uno slittamento dei tempi. Resta invece confermata la previsione in base alla quale dal 2014 chiunque fruisca di detrazioni al di sopra dei 4.000 euro non incasserà automaticamente il denaro dovendo prima attendere una verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Sullo sfondo anche l’incremento delle addizionali regionali e comunali IRPEF, facciamo il punto.

Detrazioni IRPEF 2014: sopra i 4.000 euro scatterà la verifica

A partire dalle prossime dichiarazioni dei redditi i contribuenti che grazie alle detrazioni fiscali avranno maturato oltre 4.000 euro non potranno incassare il loro rimborso IRPEF automaticamente (come avveniva prima) ma dovranno attendere che l’Agenzia delle Entrate compia una verifica al riguardo. Una verifica per effettuare la quale l’Agenzia avrà 6 mesi di tempo a disposizione. Se tutto risulterà in regola verrà dato via libera al rimborso.



Il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che solo una piccola parte dei contribuenti che ogni anno hanno diritto alle detrazioni IRPEF supera la soglia dei 4.000 euro (circa l’1,2% del totale), per tutti gli altri non cambia presso che nulla.

Detrazioni IRPEF 2014: addizionali comunali e regionali in aumento, le previsioni della  Legge di stabilità e la delega fiscale

I tagli pocanzi descritti e previsti dalla Legge di stabilità in materia di detrazioni IRPEF 2014 sono stati scongiurati dall’esecutivo Letta, che ha deciso di intervenire entro il termine limito imposto dalla stessa legge (31 gennaio); troppo ampia la fetta di contribuenti interessata (29 milioni in tutto) e troppe le tipologie di detrazioni coinvolte, ecco dunque la decisione di far slittare ogni eventuale previsione nella delega fiscale. In sostanza deciderà il Parlamento e non il governo.



Da febbraio 2014, i contribuenti dovranno comunque fare i conti con un incremento delle aliquote delle addizionali comunali e regionali: le addizionali comunali IRPEF constano di due componenti, l’aliquota di compartecipazione dell’addizionale IRPEF (uguale in tutti i Comuni) e l’aliquota parziale, che i Comuni recano invece facoltà di variare. Questa previsione è stata sfruttata da più di 1.200 Comuni che hanno dato corso ad incrementi piuttosto significativi: il picco è stato toccato a Napoli, dove l’amministrazione comunale ha optato per un aliquota all’8 per mille.



Quello sulla fiscalità si preannuncia in sostanza uno dei capitoli più caldi del 2014, essendo di fatto numerose le nuove previsioni in tema di tributi e fisco con cui i contribuenti avranno a che fare nel corso dell’anno. Sullo sfondo si staglia anche la configurazione delle tasse sulla casa, ancora incerta per via del nodo sulle aliquote Tasi che vede orma di settimane fronteggiarsi Comuni e governo, con i primi a lamentare 1,5 miliardi di euro di ammanco nel passaggio dalle aliquote Imu alle aliquote Tasi.



In settimana dovrebbe esserci l’incontro risolutore (probabile si opti per un dirottamento dell’Imu sugli immobili produttivi verso i Comuni) anche se non è detto che i tempi slittino a causa della fitta agenda politica: amnistia e indulto e legge elettorale i capitoli al momento più caldi.