Nella Scuola esiste il contributo volontario, che insieme alla tassa di iscrizione e alla tassa di frequenza, può essere chiesto dall'ente scolastico alle famiglie degli studenti, una volta terminato il periodo dell'obbligo formativo, raggiunto il sedicesimo anno di età. Il contributo volontario in questione, però, ha fatto nascere dubbi e numerosi problemi, circa la sua natura di contributo volontario e quindi non obbligatorio, ossia facoltativo.

Scuola: il contributo volontario e i problemi di interpretazione

Il servizio televisivo, andato in onda durante il programma "Le Iene", ha riportato all'attenzione del grande pubblico il disagio, che molte famiglie avevano manifestato, circa l'interpretazione del contributo volontario, che, in alcune scuole, sembra essere stato considerato alla stregua di una comune tassa, perdendo proprio la sua peculiare caratteristica di volontarietà che lo distingue dalle tasse scolastiche.

In alcuni casi, si parla di veri e propri abusi da parte degli organi scolastici, che si son manifestati in veri e propri ricatti, anche morali, nei confronti di quelle famiglie che intendevano avvalersi della libera scelta di versare, o meno, il contributo facoltativo.

Scuola: il contributo volontario è facoltativo ma indispensabile

In realtà, nella Scuola italiana, come è stato ribadito dalle circolari 312/12 e 593/13 del Ministero dell'Istruzione, sono previsti 4 distinti tributi:

  • Tassa d'Iscrizione di euro 6,04
  • Tassa di Frequenza di euro 15,13
  • Tassa di Esame pari a euro 12,09
  • Tassa di Diploma di euro 15,13

Il contributo volontario, che le scuole hanno facoltà di chiedere alle famiglie, serve, esclusivamente e con la massima trasparenza, a coprire le spese delle iniziative poste in essere per migliorare l'offerta formativo-didattica, per le attività estranee alle lezioni ordinarie.

Tuttavia, dopo che in questi anni i bilanci degli istituti scolastici sono stati falcidiati da tagli di ogni genere, i contributi volontari rappresentano, forse, l'unica risorsa a disposizione degli enti, per garantire importanti iniziative rivolte al miglioramento e all'integrazione dell'offerta formativa per gli studenti, quindi, non va dimenticato il beneficio che spesso si ricava da questi fondi chiesti alle famiglie, laddove però, questo avvenga nella massima trasparenza, rifuggendo ogni spiacevole tentazione di abuso.