Sono molte le polemiche scaturite dalla nuova imposta decisa dal governo Renzi con la quale si prevede il pagamento dell'Imu anche sui terreni agricoli a differenza di quanto avveniva negli anni precedenti quando non era prevista alcuna tassazione. Il decreto approvato dallo stesso governo il dicembre scorso prevede che gli unici terreni a non essere assoggettati al pagamento della tassa sono quelli che si trovano nei comuni posti al di sopra di 600 metri di altitudine. Per quei terreni, invece, posti nei comuni tra i 600 metri e i 281 metri di altitudine sono previste delle esenzioni parziali.

Inizialmente la scadenza del pagamento della nuova imposta era stata fissata per il 16 dicembre 2014. Poi è arrivata la proroga per il 26 gennaio.

Intanto, in questi giorni, si fa sempre più pressante la richiesta di rivedere questa disposizione che piace a pochi dato che, a quanto sembra, penalizza alcuni Comuni rispetto ad altri. Infatti, molte sono le proroghe chieste a gran voce da sindaci, agricoltori ed associazioni di categoria. Intanto l'Associazione nazionale dei Comuni e degli enti montani (Uncem) ha fatto ricorso al Tar del Lazio chiedendo la cancellazione di questa norma. Si aspetta quindi l'esito da parte dal Tribunale Amministrativo Regionale per capire cosa succederà relativamente a questa imposta da pagare.

Anche per quanto riguarda i professionisti del settore la situazione appare piuttosto confusionaria. I commercialisti, infatti, non hanno ancora capito qual è la procedura da seguire e se bisognerà considerare la scadenza prevista per il prossimo 26 gennaio. Comunque, il governo appare intenzionato a rivedere la normativa.

Sono arrivate le dichiarazioni da parte del ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta e di Andrea Olivero, vice ministro alle Politiche Agricole, i quali sono disposti a rivedere quanto approvato nel decreto del mese scorso.

Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni anche se, al momento, la scadenza prevista per il 26 gennaio 2015 è stata confermata.