Abbattere gli sprechi, riequilibrare i bilanci e ridurre di oltre 2,3 miliardi di euro la spesa sanitaria, questo è il piano previsto dal Ministero della Salute. La spending review del Ministero si tradurrà entro il prossimo autunno in tagli sostanziali alla Sanità e sembra che gli incontri della conferenza Stato-Regioni abbia avuto esiti positivi su dove operare. Tagli di spesa che per i cittadini si tradurranno in limitazioni di visite ed analisi fino ad oggi gratuite.

Il giro di vite del Governo

I tagli riguarderanno visite, analisi strumentali e di laboratorio ed esami che oggi sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Il primo provvedimento sarà incentrato sul persuadere i medici a non prescrivere visite ed analisi superflue, non necessarie. In quest’ottica sono previste sanzioni, riduzioni di stipendio e penalizzazioni per i medici inclini alla “prescrizione facile”. Per i cittadini invece ci sarà da andare alla cassa molto più di prima ed è già pronta la “black list” con le nuove tipologie di analisi a pagamento. Il decreto è già all’esame e dovrebbe essere approvato appena rientrati dalla pausa estiva.

Cosa saremo costretti a pagare?

Il pagamento delle visite e degli esami seguirà lo schema fin qui adottato per le medicine da acquistare in farmacia. Infatti i cittadini con determinate malattie e patologie, avranno le visite e le analisi relative ai loro problemi di salute gratuite, pagate dal Servizio Sanitario o al massimo rimborsate, proprio come succede oggi con i farmaci.

Per gli altri soggetti, quelli senza patologie specifiche, le stesse analisi saranno a pagamento. La lista nera del Ministero prevede un taglio su circa 180 prestazioni mediche e riguarderà una vasta gamma di visite ed analisi e quindi di pazienti. Sempre se non ci siano gravi problemi di salute tali da giustificare le visite saranno tagliate le ecografie e visite in gravidanza, le Tac, le prestazioni dentistiche, gli esami di laboratorio, i vaccini e tutte le prestazioni relative ad allergia.

Anche le analisi del sangue volte a controllare i valori del colesterolo saranno a pagamento in assenza di seri campanelli di allarme nel paziente. Naturalmente la Conferenza Stato-Regioni ha lasciato carta bianca ai vari Governatori di stabilire i limiti reddituali volti a differenziare i pagamenti tra soggetti con un indicatore ISEE differente.