Una delle notizie più belle per milioni di italiani è sicuramente l’abolizione della Tasi. Con la rata che pagheremo il 16 dicembre, questa tassa sull’abitazione principale sarà definitivamente accantonata. La promessa fatta a suo tempo da Matteo Renzi è stata mantenuta con l’inserimento di questo provvedimento nella Legge di Stabilità. Anche contro il parere dei vertici di Bruxelles, il Premier ha fatto questo regalo ai cittadini, ma adesso c’è da coprire il vuoto, in termini di gettito, per i comuni. Infatti la voce Tasi, per tutti i Comuni, era una voce importante nei bilanci che adesso non ci sarà più.

Sindaci accontentati

I sindaci hanno subito protestato contro l’abolizione della Tasi, non tanto sul provvedimento che è a favore della cittadinanza, ma sul fatto che adesso avranno grossi grattacapi per recuperare i soldi che non incasseranno più sulle prime case. Gli amministratori locali avevano anche strappato una promessa al Premier che di fatto disse testualmente che, “neanche un euro perderanno i comuni dall’abolizione della Tasi”. Si sarebbero potuti aumentare i trasferimenti agli Enti Locali da parte dello Stato, ma questa soluzione, vista l’esiguità delle casse pubbliche, non è assolutamente percorribile. La seconda via, che poi era quella che molti italiani si aspettavano, era l’invenzione di una nuova tassa che sostituisse la “defunta”, sempre a spese dei cittadini.

Dal punto di vista del gradimento e della popolarità del Governo, che è già ai minimi storici, questa seconda via sarebbe stata deleteria. L’unico modo che hanno i Sindaci per recuperare fondi rimane l’imposta sugli altri immobili, le cosiddette seconde case. Grazie all’addizionale Tasi, i comuni potranno recuperare parte del gettito mancante dall’abolizione della tassa sulla prima casa.

Come funziona l’addizionale

Per le tasse sugli immobili (Tasi, IMU, ICI ecc.), il Governo fissa solo dei paletti minimi e massimi in termini di aliquota. Spetta alle singole amministrazioni comunali stabilire le aliquote e le detrazioni da applicare, con apposite delibere. Fino ad oggi, ai comuni che nelle delibere prevedevano sconti e detrazioni sulle imposte per i propri cittadini, il Governo concedeva l’addizionale Tasi, ovvero la possibilità di aumentare l’imposta sulla seconde case di uno 0,8 per mille.

In parole povere, veniva concessa, solo ai Sindaci che offrivano sconti sulla Tasi, la possibilità di portare l’aliquota sulle seconde case dal 10,60 per mille (tetto massimo) all’11,40. Oggi, con l’abolizione della Tasi, sparisce il vincolo delle detrazioni, cioè lo 0,8 per mille sarà applicabile da tutti i Comuni a prescindere dagli sconti offerti in delibera. Probabilmente, tutti i Comuni, di fronte alla mancanza dei soldi provenienti dalle prime case, opteranno per aumentare il prelievo sulle seconde.