Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha apposto la propria firma sul Decreto Fiscale presentatogli dal Governo M5S - Lega. Ora il Decreto potrà essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e, quindi, entrare ufficialmente in vigore. Dal Decreto Fiscale sono state eliminate alcune disposizioni estremamente controverse come ad esempio, la non punibilità penale o lo scudo per i capitali esteri.

Nello stesso tempo vengono confermate alcune disposizioni attese dalla maggioranza degli italiani. A titolo d'esempio citiamo la sanatoria fiscale per le cartelle esattoriali di importo fino a 1000 euro. Ma anche i debiti derivanti da bollo auto, Imu, Tasi e Tari.

La rottamazione Ter

Per quanto riguarda la nuova edizione della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, il Governo ha confermato che vi rientreranno tutti i debiti iscritti a ruolo dal 2000 al 2010. Per fare pulizia all'interno del "magazzino crediti" dei vari agenti della riscossione, sia locali che nazionali, prima fra tutti l'Agenzia delle Entrate - Riscossione, tutte le cartelle di importo inferiore ai 1000 euro saranno cancellate d'ufficio senza bisogno che il contribuente - debitore inoltri alcun tipo di istanza all'amministrazione finanziaria.

E in questi sono inclusi anche bollo auto, Tari, Tasi e persino le multe stradali.

Chi invece potrà dimostrare di trovarsi in oggettiva difficoltà economica potrà beneficiare di un saldo e stralcio dell'intero debito contratto con il Fisco in base a tre differenti aliquote fiscali forfettarie, il 6%, il 10% e il 25%. L'aliquota da applicare al singolo contribuente - debitore sarà stabilita in base al reddito complessivo del suo nucleo familiare calcolato in base all'Isee.

Per tutti gli altri importi e tipologie di contribuenti persone fisiche si seguiranno regole simili a quelle delle precedenti edizioni della definizione agevolata. Solo che con questa terza edizione della rottamazione i contribuenti - debitori avranno più tempo per pagare il dovuto.

Infatti sarà possibile dilazionare l'importo da pagare in 5 anni e in 20 rate trimestrali e, per di più, senza pagare interessi e sanzioni ulteriori.

Chi invece dovesse trovarsi già all'interno di una procedura di contenzioso con il Fisco avrà la possibilità di sanare completamente la propria posizione pagando il 50% di quanto non dichiarato in caso di vittoria in primo grado. Mentre in caso di vittoria in secondo grado l'importo per chiudere la partita con il Fisco sarà solo del 20%. E tali importi potranno essere pagati sempre in 5 anni e senza aggiunta di sanzioni ed interessi.

Come accertarsi se si rientra nel condono

Per poter verificare se il nostro debito con l'Erario rientra nel condono occorre, innanzitutto, verificare se l'iscrizione a ruolo, da parte dell'Agente della Riscossione, è avvenuta tra il 1 gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010. Questo può essere fatto semplicemente recuperando la vecchia cartella e controllando le date di iscrizione, le causali e gli importi dovuti. Se si dovesse rientrare anche sotto la soglia dei 1000 euro sommando tutto non ci sarebbe bisogno di presentare alcun tipo di istanza. Il debito verrà cancellato in automatico dall'Agente della Riscossione, indipendentemente dal fatto che si tratti dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione o di un Agente locale.