il Decreto Fiscale è stato varato in via definitiva e domani, 22 ottobre, dovrebbe essere presentato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'approvazione finale. Come abbiamo già evidenziato in un precedente articolo si tratta di una soluzione di compromesso tra le due anime della maggioranza, M5S e Lega. Da una parte Luigi Di Maio ottiene la cancellazione totale dello scudo penale e quella della sanatoria per i beni e gli eventuali capitali residenti all'estero; inoltre viene ridimensionato il tetto massimo sanabile: viene infatti fissato il limite dei 100 mila euro all'anno omplessivi.

Da parte sua Matteo Salvini ottiene il mantenimento del saldo e stralcio sulle cartelle esattoriali della ex - Equitalia.

Quando dovrebbe partire il condono e come

La sanatoria delle cartelle esattoriali, comunque, non dovrebbe partire immediatamente. Si tratterebbe di un gesto volto a non rovinare la festa del M5S al Circo Massimo, come evidenzia il quotidiano romano "Il Messaggero". Come ricordava anche il Premier Giuseppe Conte, dopo il Consiglio dei Ministri chiarificatore del 19 ottobre, il vero e proprio condono dovrebbe trovare posto nella manovra economica attraverso l'introduzione di un emendamento all'articolo 9 del Decreto Fiscale. il testo dell'emendamento sarebbe stato preparato dal Sottosegretario Armando Siri in una lunga sessione di lavoro durata ben 18 ore.

Le disposizioni del nuovo emendamento

Le nuove disposizioni, che verranno introdotte nel corso dell'iter parlamentare, dovrebbero viaggiare su due binari paralleli. Uno dedicato alle aziende e uno specifico per le persone fisiche. In pratica, chi ha un debito con l'Agenzia delle Entrate - Riscossione ( l'agente della riscossione che ha sostituito Equitalia) e ha un reddito complessivo, certificato da Isee, inferiore ai 30 mila euro annui potrà usufruire di una sanatoria che avrà tre aliquote.

Precisamente il 6%, il 10% e il 25%. Queste aliquote verranno applicate in base al reddito complessivo del soggetto. Se, ad esempio, il contribuente - debitore ha un reddito non superiore ai 15 mila euro vedrà applicarsi l'aliquota del 6%. Quella del 10% verrà applicata ai contribuenti con un reddito complessivo non superiore ai 22 mila euro.

Mentre l'aliquota del 25% verrà applicata ai contribuenti - debitori con un reddito non superiore ai 30 mila euro.

Tali soglie, però, non saranno rigide. Si dovrebbe tenere conto, infatti, della situazione generale del debitore. Se costui, ad esempio, è un genitore single con un figlio a carico la soglia di reddito verrà elevata a 40 mila euro. Mentre se il debitore o un suo stretto familiare convivente hanno una grave patologia la soglia di reddito per accedere alla sanatoria sarà ulteriormente elevata fino ai 60 mila euro di reddito annuo.

Dovrebbe, inoltre, essere introdotto un ulteriore requisito per accedere alla sanatoria. Come rivela "Il Messaggero", infatti, dovrebbe essere necessario che la somma algebrica tra il reddito del contribuente e la somma richiesta dall'Agenzia delle Entrate - Riscossione sia inferiore ai 9 mila euro o al massimo uguale a tale cifra.

Per chiarire, se il contribuente ha un reddito di 20000 euro e deve restituire 11000 euro all'Agenzia delle Entrate - Riscossione potrà accedere alla sanatoria. Se,invece, con lo stesso reddito si dovessero restituire 8000 euro non sarà possibile accedere. Almeno per le persone fisiche.

Per quanto riguarda le imprese si farà riferimento, invece, al criterio dell'indice di liquidità come specificato dal Codice Civile. Ovviamente le aliquote saranno le stesse. Nello specifico se l'azienda in questione presenterà un indice di liquidità pari a 0,3 vedrà applicarsi l'aliquota del 6%. Se questo valore sarà compreso tra 0,3 e 0,6 verrà applicata l'aliquota del 10%. Mentre con un indice di liquidità superiore a 0,6 si applicherà l'aliquota del 25%.

Chi, invece, ha aderito alla rottamazione bis se ha i requisiti per aderire al Condono lo potrà fare. Diversamente dovrà continuare a pagare le rate della definizione agevolata. Rimangono invariate la cancellazione di tutte le cartelle sotto i 1000 euro e la chiusura delle liti pendenti con il pagamento del 50% in primo grado e del 20% in quelli successivi.