Martedì 30 aprile sono scaduti i termini per presentare la domanda di definizione agevolata dei debiti fiscali da parte dei contribuenti. Sia la rottamazione delle cartelle (siamo arrivati alla terza edizione) che il saldo e stralcio avevano la medesima data di scadenza per la presentazione delle istanze. Il numero enorme di richiedenti, le problematiche tecniche del sito e le lunghe code agli sportelli di Agenzia delle Entrate Riscossione, che per l’occasione ha aperto anche sabato 27 aprile, hanno spinto gli Ordini dei Commercialisti e dei Consulenti del lavoro a chiedere la proroga del saldo e stralcio e la proroga della rottamazione cartelle.

È stato chiesto al governo di riaprire i termini di scadenza allargandoli di 30 giorni per consentire un meno arrembante espletamento delle pratiche. La proroga non è stata concessa, ma da fonti vicine al governo è trapelata l’intenzione di provvedere a breve a riaprire i battenti per le due sanatorie previste dalla pace fiscale.

L’occasione giusta sarebbe il decreto crescita, nel quale con un emendamento della maggioranza di governo si potrebbe inserire un provvedimento che apre a chi non ha fatto in tempo a presentare domanda per un qualsiasi motivo, entro lo scorso 30 aprile. Il Ministro dell’Interno e vice premier Matteo Salvini ha ribadito, a cavallo della scadenza delle domande, l’intenzione del suo partito di convincere il M5S ad assecondare l’idea di riaprire i termini di scadenza della pace fiscale.

La riapertura però andrebbe ad estendere la possibilità di sanare in misura agevolata anche i debiti diventati cartelle dal 1° gennaio al 31 dicembre del 2018, debiti che nella pace fiscale coniata dal governo in manovra finanziaria e nel decreto fiscale, non erano ammessi alla sanatoria.

Ipotesi di una sanatoria estesa a ruoli più recenti

Sia la rottamazione delle cartelle che il saldo e stralcio, oltre alla scadenza avevano in comune un altro tratto distintivo: la possibilità di ottenere le agevolazioni previste dalle sanatorie solo sui debiti passati a ruolo e diventati cartelle esattoriali tra il 2000 ed il 2017.

Per esempio, un debito Irpef derivante da dichiarazione dei redditi del 2013, essendo passato nelle mani di Agenzia delle Entrate Riscossione per l’incasso, solo a gennaio 2018, non è debito che è stato possibile inserire nella rottamazione delle cartelle. Adesso si pensa a consentire lo stralcio o la rottamazione dei debiti passati a ruolo nel 2018 sfruttando la riapertura dei termini, come riporta un articolo del quotidiano Italia Oggi.

Le nuove possibili date

Il quotidiano riporta l'annuncio dato dal viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia e dal sottosegretario Massimo Bitonci dopo la chiusura delle istanze, che di fatto conferma un riavvio del meccanismo che consentirà di tornare a poter presentare le domande.

Lo strumento, come dicevamo in premessa, sarebbe il decreto crescita, che ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che nell’iter di conversione in legge potrebbe essere implementato dall’emendamento che riapre i termini di scadenza delle due sanatorie. Se davvero poi sarà inserita anche la possibilità di definire in maniera agevolata anche le cartelle del 2018, quella che può tranquillamente essere considerata una nuova edizione del saldo e stralcio e della rottamazione avrebbe nuova scadenza nel 31 maggio o nel 15 giugno.

Le domande presentate sono state molte migliaia, con la rottamazione che ha visto oltre un milione di adesioni ed il saldo e stralcio che si è fermato a 300.000. gli obbiettivi che si era prefissato l’esecutivo in sede di varo delle sanatorie sembra sia stato abbondantemente superato visti i numeri rilevanti di domande presentate. Ecco perché l’idea di riaprire i termini e di allargarli a nuovi debiti, visto in ottica gettito di entrate da parte dello Stato, sembra essere più di una ipotesi o di una semplice proposta.