Un disegno di legge, che sarà discusso in Parlamento questo giovedì, vuole vietare ai bambini sotto i 16 anni i social network salvo permesso dei genitori o di chi ne fa le veci. Dopo accese discussioni sulla legge, le autorità europee decideranno oggi l'età limite da fissare per il “consenso digitale” sui social network come Facebook, Instagram e altre applicazioni di messaggistica come Whatsapp, Telegram, Snapchat ecc. Negli Stati Uniti la legge dichiara che ci si possa iscrivere a Facebook una volta che si è compiuto i tredici anni di età e sinora l'UE si era allineata a quanto stabilito da Washington, importando tale legge statunitense.

Il Parlamento Europeo si accinge a ridiscutere l'emendamento con una proposta di legge in merito alla protezione dei dati personali, per adeguarlo alle recenti evoluzioni tecnologiche, su pressione della stessa corte di giustizia europea che ha bloccato l'accordo del 2000 soprannominato Safe Harbor (Approdo Sicuro) che permetteva il trasferimento delle informazioni dai server europei a quelli statunitensi. Il nuovo sistema di protezione dei dati personali degli utenti internauti proposto, si presenta giuridicamente illegittimo per i minori di 16 anni a meno che non abbiano il consenso dei genitori. La formulazione della legge ha fatto si inoltre che una vasta gamma di servizi rientrassero nella protezione – oltrei più popolari social network, come Facebook e Instagram - applicazioni di messaggistica come Whatsapp, Telegram, Snapchat ecc.

Da qui si è aperto il dibattito in Parlamento Europeo nonostante la Commissione, il governo dell'UE, abbia riproposto la stessa età prima dell'emendamento: 13 anni. I polacchi sono stati molto intransigenti nel dire che sotto i diciotto anni non si devono prendere impegni su internet; gli ungheresi invece proponevano i 16 anni come spartiacque, limite online per il “consenso digitale” senza autorizzazione da parte dei genitori; il Regno Unito al contrario degli altri non vuole alzare il tetto limite dei 13 anni.

In Italia come in Polonia la maggiore età contrattuale è quella dei diciotto anni ma il Governo di Roma rimane indifferente alle proposte che provengono dal Parlamento Europeo. Quest'ultima infatti è disposta ad accettare i 13 anni proposti già in precedenza dalla Commissione Europea, ma non ha nulla da dire neanche sui sedici anni che accetterebbe di buon grado.

La Commissione ha pensato di introdurre un nuovo emendamento alla proposta di legge del Data Protection Package che sarà discusso quest'oggi in Parlamento Europeo che consente, se approvata, il passaggio da 13 a 16 anni dell'età minima senza autorizzazione dei genitori di iscrizione sui social network. Il meccanismo di controllo dell'età che si vuole predisporre all'interno del disegno di legge è molto vago. Un buon meccanismo di controllo sarebbe ad esempio l'inserimento del documento d'identità per controllare l'effettiva età dell'utente al momento dell'iscrizione, con l'inserimento online di una scansione digitale del documento per un controllo umano della società che gestisce il social network.

La responsabilità di fatto così, verrebbe trasferita alle società che gestiscono i social network e le applicazioni di messaggistica. All'atto dell'iscrizione una semplice clausola posta per assicurarsi che l'utente sia davvero sedicenne oche abbia l'autorizzazione di genitori o di un tutore legale non basta. Il risultato finale delle discussioni parlamentari sull'emendamento lo sapremo oggi, e se le tre commissioni chiamate ad esprimersi Diritti Civili, Giustizia e Affari interni dovessero dire sì al testo proposto, potrà essere pubblicato in gazzetta ufficiale già a gennaio. Gli Stati membri poi avranno due anni di tempo per ratificare la legge e inserirla nel proprio ordinamento.

L'esito positivo porterebbe ad enormi ripercussioni sul mondo dei social network facendo prevalere la tutela dei minori sugli interessi delle singole aziende Facebook, Instagram e tutti gli altri servizi tirati in ballo.