È stato annunciato l’accordo fra Google e la società LyricFind: d’ora in poi, quando si cercherà il testo di una canzone sul motore di ricerca più famoso del web, la risposta comparirà in un apposito riquadro. I link agli altri siti specializzati nella pubblicazione delle lyrics continueranno a comparire, ma finiranno in secondo piano, con conseguente probabile riduzione del numero di visite.

LyricFind assicura che grazie a questo nuovo accordo si creerà un giro da “milioni di dollari” in favore di autori e editori musicali. Tutto merito dei diritti d’autore, da versare ogni volta che si diffonde sul web il testo di un brano.

Google e LyricFund: un accordo da milioni di dollari

L’accordo fra Google e LyricFind potrebbe cambiare le abitudini degli utenti interessati a consultare il testo delle canzoni. D’ora in poi, quando si cercherà il testo di un brano, questo comparirà in un apposito riquadro: la risposta arriverà insomma da Google in prima persona.

LyricFind è una società canadese attenta sin dalla sua fondazione (nel 2004) alla cura della proprietà intellettuale. LyricFind ha sempre versato i diritti d’autore dovuti per la pubblicazione dei testi delle canzoni, così come peraltro fanno molti altri siti (MetroLyrics, ad esempio, oppure AZLyrics). Ora, grazie all’accordo con Google, la visibilità della società sarà massima e, come dice l’amministratore delegato Darryl Ballanthyne, gli autori e le loro case discografiche guadagneranno “milioni di dollari” grazie alla consultazione dei testi via web.

Qualche prova e funziona tutto, o quasi

Il funzionamento è semplicissimo. È sufficiente cercare una stringa contenente il titolo delle canzone seguito dalla parola “testo” su google.it e la risposta arriverà subito. Il testo visualizzato nel riquadro non è completo, ma si interrompe con il link “testi completi su Google Play”.

Il rimando contiene sia il testo integrale, sia l’opzione per procedere all’acquisto del brano.

Facendo una prova con “Enter Sandman testo” tutto funziona proprio come sopra descritto. Stessa cosa per “The One I love” dei REM. Non senza un po’ di sorpresa, il riquadro si riempie anche quando si cerca il testo di “Brute Force and Ignorance” di Rory Gallagher oppure quello di “Fake Healer” dei Metal Church. È invece cercando il testo di “How can you keep moving (unless you migrate too)” di Ry Cooder (l’album è “Into the Purple Valley", 1971) che Google cade: riquadro vuoto. Eppure è un gran pezzo.